Cercare di uscire dal marasma in cui si dibatte la Ue a causa della persistente penuria di vaccini e mettere le mani avanti per evitare l’imminente nuova crisi, mentre c’è gran confusione sulla questione del passaporto vaccinale. I 27 si riuniscono oggi e domani per un Consiglio europeo straordinario, in video, dedicato alla lotta al Covid e, venerdì, all’Europa della sicurezza e della difesa.

La Ue si dibatte per accelerare la produzione di vaccini, mentre le campagne nazionali procedono con lentezza nel blocco e alcuni paesi cercano soluzioni nazionali (la Repubblica ceca ha ottenuto dosi da Israele in cambio dell’apertura di uffici diplomatici a Gerusalemme). A tutt’oggi sono state consegnate 40 milioni di dosi e ne sono attese 300 milioni nel secondo trimestre. La Ue ha messo in atto una task force, guidata dal commissario al Mercato interno Thierry Breton, per mappare le capacità produttive disponibili con l’obiettivo di aumentare la fabbricazione di vaccini, preparare l’offensiva contro le varianti e trovare il modo per permettere autorizzazioni di emergenza a livello dell’Unione per nuovi vaccini.

Intanto, di fronte alla vampata delle varianti, alcuni paesi stanno chiudendo i confini nel più grande disordine, come era successo un anno fa (allora erano stati 19 paesi, mentre oggi sono meno di 10). La Commissione ha in inviato una lettera a Germania, Belgio, Danimarca, Finlandia, Svezia e Ungheria che hanno chiuso delle frontiere, denunciando un «rischio di frammentazione» del mercato interno, «ostacoli alla libera circolazione» e «perturbazioni nella catena di produzione». La Commissione insiste sull’equilibrio tra salute pubblica e mantenimento della libera circolazione. Chiede maggiore coordinamento e proporzionalità nelle decisioni.

I 27 discuteranno anche della solidarietà con i paesi poveri, che è una questione morale ma anche di geopolitica: c’è la proposta di Emmanuel Macron di destinare il 3-5% delle dosi ai paesi in via di sviluppo, c’è l’accordo della Commissione e della Germania, ma molti paesi sono reticenti, temono le reazioni dell’opinione pubblica vista la penuria nella Ue. Attraverso il meccanismo Covax, dovrebbero venir destinate 13 milioni di dosi per il personale sanitario in Africa (ma al programma dovrebbero partecipare anche gli Usa). Intanto, la Ue controlla l’export di vaccini prodotti in Europa, anche se non lo proibisce (Canada e Australia hanno espresso preoccupazione, tutte le domande di autorizzazione sono state finora accettate).

La confusione sui certificati vaccinali è già iniziata. Il «passaporto» è prematuro perché siamo in situazione di penuria. Ma già la Danimarca l’ha configurato, mentre la Grecia e Cipro si sono messe d’accordo con Israele, per aprire ai turisti vaccinati. Molti punti devono ancora essere chiariti: quanto dura la validità di un certificato? Come vengono protetti i dati personali? Il certificato, se ci sarà, dovrà essere unico nei 27 e solo quando non sarà discriminatorio, cioè quando tutti avranno accesso ai vaccini.