«Senza amici non si va da nessuna parte», scrive in chiusura nelle note del suo nuovo disco Daniele Sepe, uno che da sempre con la sua ciurma di amici e compagni d’avventura ha proficuamente agitato le acque spesso stagnanti delle note italiane, ultimamente con le gioiose spavalderie dell’alter ego Capitana Capitone. C’è un amico speciale però per il musicista e compositore napoletano, eretico felice del jazz, delle canzoni d’autore, delle note che accompagnano il teatro o il cinema. L’amico speciale che lo accompagna da una vita, come ha accompagnato milioni di altre vite migliorandole con un sorriso e una riflessione, col nome per esteso era Antonio De Curtis. In arte Totò. Correva l’anno 1999, la vigilia del millennio nuovo quando Daniele Sepe fece uscire assieme al suo clamoroso Art Ensemble of Soccavo Totòsketches, live che testimoniava quanto faceva sui palchi: su un grande schermo passavano le immagini di Totò Maestro di musica Scannagatti , Sepe e compagni commentavano in tempo reale, moltiplicando effetto comico e dirompenza musicale del tutto.

DANIELE SEPE torna a Totò, quasi un quarto di secolo dopo, e stavolta l’identificazione nella figura totemica partenopea è totale: si intitola Sepè Le Mokò il nuovo disco e nuovo atto d’amore per il Principe della risata, e il bis discografico è anche un bis di qualità spettacolare, per Sepe. Stavolta il musicista napoletano ha scelto di partire dalle musiche che compaiono nella caotica, spesso disorientante filmografia di Totò, un mare magnum dove si possono trovare gemme preziose perfino negli episodi meno ricordati dalla critica scelta. Racconta Sepe che Totò gli ha salvato la vita e il buonumore, in momenti difficili, e non si stenta a crederlo: è un effetto placebo comune a chiunque abbia ancora qualche riserva di grazia interiore e un sorriso di riserva.
Però mancava un progetto che recuperasse i cocci dispersi delle spesso splendide note che accompagnano i film del Principe, in larga parte irreperibili, ed allora Sepe s’è rimboccato le maniche, ha scelto l’ancia giusta per il suo sax, ha riconvocato gli amici, ed ecco saltare fuori Sepè Le Mokò.

L’amico speciale che lo accompagna da una vita, come ha accompagnato milioni di altre vite migliorandole con un sorriso e una riflessione, col nome per esteso era Antonio De Curtis.

C’È UNA RIFLESSIONE, al fondo, pienamente condivisibile: tale è l’urgenza e la velocità della comicità dadaista delle battute di Totò e comprimari, nei film (e che comprimari, Vittorio Gassman, Anna Magnani, Peppino De Filippo, ad esempio), che spesso non si fa caso al gioco di sponda perfetto incastonato dietro l’azione scenica. Con musiche, spiega ancora Sepe, «di altissima qualità, che poi spesso sono puro e semplice bebop, declinato nella sua raffinata variante West Coast». Ecco allora apparire figure come Chet Baker e Gerry Mulligan, subito riconosciuti quando si parla di film «seri», ma dimenticati nelle travolgenti avventure anarchiche del Principe. «Swing sanguigno ironico, un patrimonio poco esplorato della nostra tradizione jazzistica», conclude Sepe. Troverete qui, come in uno scrigno da aprire con cautela, pieno di gemme da riconoscere, musiche di Alessandro Cicognini, che scrisse le note per Sciuscià, Piero Piccioni, Armando Trovajoli, binomio d’oro delle colonne sonore,Lelio Luttazzi (e questa è una scoperta nella scoperta: quanti lo ricordano solo come songwriter?) Carlo Rustichelli. Tutta la sapienza d’arrangiamento di Daniele Sepe, maturata in decenni di alto artigianato musicale risplende in questo disco bello e divertente. Sepe imbraccia flauti, sax, clarinetto, oboe. Attorno ha una compagine scafata con quattordici musicisti, piccola e flessuosa big band jazz e assieme pura «banda» con la bella voce di Emilia Zamuner.
Il progetto è stato realizzato grazie al crowdfunding, per l’acquisto: https://www.produzionidalbasso.com/project/sepe-le-moko-la-musica-dei-film-di-toto/