C’è anche Silvio Berlusconi tra gli indagati nell’inchiesta della procura di Roma sulle sentenze comprate al Consiglio di stato. A gennaio erano finiti sotto inchiesta un presidente di sezione del massimo organo della giustizia amministrativa, Sergio Santoro, e altre trenta persone tra le quali l’avvocato Piero Amara, sospettato di essere al centro di una rete di corruzione al Consiglio di Stato. L’ex capo del governo è accusato di corruzione in atti giudiziari per la sentenza con la quale, tre anni fa, è stata ribaltata una precedente decisione del Tar del Lazio, in base alla quale il Cavaliere era stato obbligato a cedere le quote eccedenti il 9,9% di Mediolaum. Cessione imposta da Bankitalia a seguito della perdita di «onorabilità» di Berlusconi seguita alla sua condanna definitiva per frode fiscale nel processo Mediaset. Assieme a Berlusconi sono indagati un ex funzionario della presidenza del Consiglio a casa del quale un paio di anni fa furono trovati 250mila euro e copie della sentenza favorevole al Cavaliere e un avvocato romano. Per l’avvocato Ghedini, che in passato aveva smentito il coinvolgimento di Berlusconi nell’inchiesta, «per questa vicenda il presidente era stato già archiviato e siamo certi che lo sarà di nuovo». Il leader di Forza Italia ha da tempo fatto sapere che sarà candidato alle prossime elezioni europee.