Cosa succederà alla politica bolognese da qui alla primavera dell’anno prossimo quando si voterà sotto le Due Torri nessuno lo sa. Certo è che molto dipenderà dalla scelte dell’assessore al welfare della giunta Merola Amelia Frascaroli. Un ponte tra il Pd e Sel, l’hanno definita in molti.

E basta guardare il profilo dell’assessore pubblicato sul sito del Comune di Bologna per capire il perché. Nata «nell’associazionismo cattolico allora rinvigorito dalle aperture conciliari», «ma anche negli spazi dell’allora movimento studentesco col collettivo de il manifesto». È stata proprio Amelia Frascaroli, nel 2010, a riuscire a mettere assieme vendoliani, parte del mondo antagonista bolognese e indipendenti. La lista si chiamava «Con Amelia per Bologna, con Vendola», appoggiava il Pd, e portò 4 consiglieri in Comune.

Lei invece, con 3941 preferenze, fu la donna più votata d’Italia in quella tornata. Cattolica, dossettiana, vicinissima a Romano Prodi, Frascaroli è entrata nelle cronache nazionali con indiscrezioni che la inserirebbero all’interno di un vasto progetto anti Pd che metterebbe assieme sinistra pd, civatiani e vendoliani. Un progetto che tenterebbe il colpaccio sotto le Due Torri nella primavera del 2016, quando i bolognesi dovranno scegliere se confermare la fiducia all’attuale sindaco, il democratico Virginio Merola.

Su Facebook ieri sera è stata piuttosto netta: «Io candidata sindaco? È una fesseria». Anzi, l’alleanza tra Frascaroli e Merola sembra essersi rinsaldata proprio a partire da una giornata drammatica come lo sgombero dell’ex Telecom di martedì scorso. Che una figura forte a sinistra serva a Merola è noto, vista la svolta a destra di Renzi e l’effervescenza che c’è tra gli anti-Pd locali.

A Bologna Sel è impegnata in un processo di verifica, definizione piuttosto formale per dire che il partito, se ancora esiste, è spaccato in due tra chi vuole confermare l’alleanza con i democratici e chi invece vorrebbe tentare l’alternativa. A gettare benzina sul fuoco sono arrivate le parole di Nichi Vendola, presidente del partito che ha parlato di «condizioni mature per fare un’altra cosa» rispetto all’allenza col Pd. Tanto è bastato per fare sbottare due vendoliani pro Pd come l’assessore regionale alla cultura Massimo Mezzetti e il consigliere comunale di Bologna Francesco Cipriani. Se Mezzetti ricorda che «nessuno è legittimato a decidere per i bolognesi», Cipriani si chiede chi poi farà campagna elettorale, «forse loro da Roma?». Cipriani, e non sono lui, guarda a Frascaroli con speranza.

Se la cattolica dovesse rinnovare il suo appoggio al sindaco anche nella prossima campagna elettorale, per Cipriani e compagni sarebbe più facile confermare l’alleanza con Merola, forti dell’impegno di Frascaroli nell’affrontare il tema dell’emergenza casa in città e del suo profilo nettamente connotato a sinistra. Se invece Frascaroli non correrà, le cose si farebbero difficili, e invece si aprirebbero praterie per i due progetti anti dem che in questo momento sono in campo a Bologna.

La Coalizione civica, lanciata da un ex Ds di primissimo piano come Mauro Zani e l’assemblea #Bonalè del leader del Tpo Gianmarco De Pieri. Tra i due gruppi, entrambi di interesse per i vendoliani che hanno deciso di rompere con i democratici, sono in corso contatti più che intensi, e a un eventuale cartello anti-Pd potrebbe aggiungersi anche l’europarlamentare civatiana Elly Schlein, che ha partecipato all’assemblea di lancio di #Bonalè e si è detta disponibile al confronto: «atmosfera positiva, possiamo provarci assieme». Aspettando gli sviluppi della situazione, sulla città incombe la manifestazione annunciata da Matteo Salvini per il prossimo 8 novembre. In Piazza Maggiore arriveranno non solo i leghisti ma tutta la destra italiana.

Hanno già confermato la presenza Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Francesco Storace. Toccherà alla destra – e come spesso capita decideranno i big nazionali – scegliere il candidato sindaco da schierare contro Merola.

Il tentativo è quello di andare al secondo turno e poi replicare l’operazione riuscita già nel 1999 a Giorgio Guazzaloca, che sconfisse un centrosinistra diviso e litigioso. Alla finestra anche il Movimento 5 Stelle. «Noi siamo l’unica alternativa vera al Pd. Se al ballottaggio andrà la Lega Nord chi volete che voteranno alla fine i bolognesi?», ripete da tempo il candidato dei grillini Massimo Bugani.