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Sei Nazioni, la sconfitta degli azzurri a Londra

Sei Nazioni, la sconfitta degli azzurri a LondraL'ala inglese Joe Cokanagisa

Rugby Il Galles è in testa alla classifica e l'Inghilterra si sbarazza dell'Italia, sempre più lontana dai campioni

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 10 marzo 2019

Il Sei Nazioni si deciderà all’ultima giornata. Il Galles è uscito vincente dal Murrayfield di Edimburgo (18-11) ed è in testa alla classifica con 16 punti. L’Inghilterra si sbarazza dell’Italia (57-14) e grazie al punto di bonus segue a 15 punti. Sabato prossimo i gallesi aspettano l’Irlanda a Cardiff. Vincendo conquisterebbero il torneo con tanto di grande slam, una sconfitta o un pareggio rilancerebbero gli inglesi che attendono la Scozia al Twickenham.

A Londra si sono confrontate due squadre di caratura tecnica diversa. Il divario che separa l’Italia dalle grandi nazioni del rugby si è allargato. Lo avevamo scritto presentando il Sei Nazioni 2019 e le prime quattro giornate del torneo lo hanno confermato. Il rispetto che la squadra azzurra merita tanto per l’impegno profuso quanto per i miglioramenti dimostrati sul campo non possono nascondere questa dura realtà. L’ultima partita, sabato prossimo all’Olimpico contro la Francia, sarà l’occasione per compiere un altro passo in avanti: conteranno il gioco e ovviamente il risultato, ma il quarto cucchiaio di legno consecutivo è già in bacheca.

L’Inghilterra l’ha messa giù dura. Eddie Jones ha schierato una squadra pesante e fisicamente dominante: due bisonti (Tuilagi e Te’o) al centro e uno straripante Joe Cokanagisa a comporre il triangolo allargato insieme a Daly e May. E dal fischio di inizio fino alla fine del match il copione è stato uno solo: impatti e sfondamenti, una cosa rozza ma efficace che fin dal primo minuto ha messo in sofferenza la difesa azzurra, costretta a immolare muscoli, ossa e polmoni nello sforzo di fermare i colossi che le si lanciavano contro. Al 7’ arrivava la prima meta (Jamie George), pareggiata quattro minuti dopo da una bella iniziativa di Tommaso Allan (7-7). Poi gli inglesi riprendevano a percuotere la nostra retroguardia. Al 14’meta di Johnny May, al 20’ Manu Tuilagi, al 32’ Brad Shields e in mezz’ora il XV della Rosa aveva già incamerato vittoria e punto di bonus.

Nel mentre l’Italia aveva già perso per infortunio Michele Campagnaro e Tommaso Castello, e nel secondo tempo era costretto a uscire anche Parisse. Nel confronto tra singoli, nell’uno contro uno, non c’era partita. E la ripresa riproponeva un identico copione. Al 46’ quinta meta di Tuilagi, replica azzurra di Morisi (53’), poi toccava a Kruis, Robson e nel finale ancora Shields. Otto mete a due, punteggio finale crudele ma veritiero: 57-14. Cose buone: la touche, un po’ di azioni in attacco (ma con una difesa inglese poco propensa a mettere pressione), l’orgoglio e la volontà. Brutte notizie: una mischia in perenne sofferenza, i troppi placcaggi mancati. Più in generale, la constatazione che l’Italia del rugby è in marcia ma gli altri stanno correndo.

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