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Sei morti in Kurdistan, Amnesty contro Ankara

Sei morti in Kurdistan, Amnesty contro AnkaraL'esplosione che ha ucciso due poliziotti in Kurdistan – Lapresse

Turchia Rapporto sul «maltrattamento dei rifugiati» da parte del governo Erdogan

Pubblicato quasi 9 anni faEdizione del 17 dicembre 2015

Torna alta la tensione nel Kurdistan turco. Sei i morti nelle ultime ore, tre poliziotti e tre giovani kurdi. Tra di loro, Salih Edim di appena 11 anni, è stato colpito da un proiettile alla testa. Le forze speciali turche hanno fatto irruzione nelle abitazioni di alcuni politici del partito democratico dei Popoli (Hdp), la sinistra filo-kurda. Il coprifuoco è stato esteso nelle principali città del sud-est turco.

Secondo la Fondazione per i diritti umani della Turchia (Tihv), tra il 16 agosto e il 12 dicembre, in Turchia sono stati imposti almeno 52 coprifuochi in sette città, coinvolgendo 1,3 milioni di persone. Duri scontri sono andati avanti per ore a Diyarbakir e Sirnak. Acqua corrente e corrente elettrica sono saltate per ore in questi centri. Il governo turco ha autorizzato l’impiego regolare anche dell’esercito e delle forze speciali, a supporto delle unità anti-terrorismo della polizia, nelle operazioni durante il coprifuoco. La Turkish Airlines ha poi sospeso per il secondo giorno consecutivo i voli da Istanbul e Ankara per Sirnak.

Lo scontro tra Ankara e kurdi si è inasprito in seguito alle tensioni tra Russia e Turchia dopo l’abbattimento del Sukhoi Su-24 sui cieli tra Siria e Turchia. Mosca ha imposto sanzioni contro Ankara mentre la Turchia ha fermato varie navi russe e intensificato controlli sulle navi mercantili nei suoi porti del Mar Nero, trattenendone finora 27. Mosca aveva fermato otto navi mercantili turche. I kurdi siriani hanno mostrato un certo sostegno per l’intervento di Mosca pur di liberarsi dalla pressante presenza turca. Ankara ha imposto una safe-zone nel Kurdistan siriano (Rojava). Secondo Mosca, continua qui il traffico di petrolio dello Stato islamico verso la Turchia.

La procura di Ankara ha aperto un’inchiesta per «tradimento» a carico del parlamentare di opposizione Eren Erdem, del partito kemalista, che nei giorni scorsi aveva rilasciato un’intervista in cui confermava il sostegno assicurato da Ankara ai jihadisti in Siria. Erdem ha precisato che le sue dichiarazioni si basano su inchieste dalla magistratura turca.

Infine, il Segretario alla Difesa, Ashton Carter, in visita alla base di Incirlik da dove partono i raid anti-Is della coalizione internazionale, ha chiesto ad Ankara di controllare meglio i suoi confini per impedire rifornimenti essenziali per i jihadisti.

Amnesty International ha duramente criticato i maltrattamenti che subiscono i rifugiati in Turchia. «L’Ue rischia di rendersi complice di gravi violazioni dei diritti umani ai danni di rifugiati e richiedenti asilo», si legge nel report.

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