Gli impianti dell’ex Ilva resteranno in funzione perlomeno fino al 20 dicembre. È il giorno fissato dopo il rinvio di ieri per la nuova udienza sul ricorso cautelare d’urgenza presentato a Milano dai commissari dell’ex Ilva contro il recesso dal contratto comunicato da ArcelorMittal il 4 novembre. Lo ha sostenuto l’amministratore delegato di ArcelorMittal Lucia Morselli presente nell’udienza di ieri. Il rinvio dell’udienza è stato deciso dal giudice Claudio Marangoni.
La decisione si spiega con la volontà della procura di Milano di attendere gli eventuali risultati delle trattative in corso che potrebbe portare anche ad un accordo. «Ci sono le basi per una trattativa che possa arrivare ad un accordo», ha confermato l’avvocato Enrico Castellani, legale dei commissari dell’ex Ilva, e l’avvocato Ferdinando Emanuele, legale di ArcelorMittal.
Lucia Morselli, ha garantito, infatti, «il normale funzionamento degli impianti e la continuità produttiva», un impegno fondamentale per raggiungere un accordo sul contratto di affitto e acquisizione degli stabilimenti che la multinazionale vorrebbe sciogliere con un atto che i commissari ritengono «illegittimo». Inoltre, l’ad ha formalizzato la propria «accettazione» alla disponibilità manifestata col premier Giuseppe Conte, nell’incontro di venerdì scorso, ad instaurare un dialogo. Ora Mittal avrà tempo fino al 16 dicembre per depositare, nell’eventualità di un naufragio delle intese, una propria memoria nel procedimento sul ricorso presentato dai commissari. Se, invece, il 20 dicembre sarà stato raggiunto un accordo sul contratto, la causa si chiuderà con un «non luogo a procedere». Intanto, la Procura, che nella causa civile attende il negoziato in corso, andrà anche avanti con le sue indagini.
«ArcelorMittal ha solamente rinviato i tempi di spegnimento e non ha ancora ritirato il recesso dal contratto. Nessuna trattativa si può avviare sotto ricatto», ha commentato il segretario Uilm Rocco Palombella,