Seed Vicious, semi di resistenza al Leoncavallo
Agricoltura Oggi e domani (dalle 13 alle 20) La Terra Trema e Civiltà Contadina chiamano a raccolta al centro sociale di via Watteu contadini liberi per un libero scambio di semi, esperienze e testimonianze. Oltre al mercato con trenta produttori, anche dibattiti, laboratori e giochi per i bambini
Agricoltura Oggi e domani (dalle 13 alle 20) La Terra Trema e Civiltà Contadina chiamano a raccolta al centro sociale di via Watteu contadini liberi per un libero scambio di semi, esperienze e testimonianze. Oltre al mercato con trenta produttori, anche dibattiti, laboratori e giochi per i bambini
Dicono che la Terra è una sola e bisogna coltivarla bene. Detta così, a poche settimane dall’Expo, potrebbe sembrare una delle tante storielle per reclamizzare la vetrina più sfavillante dell’ipocrisia planetaria, milioni di persone a riempirsi la bocca di cibo e buoni propositi mentre nel mondo si muore di fame. Invece è proprio il contrario. Perché gli organizzatori dell’evento che si terrà al Leoncavallo il 21 e 22 marzo (La Terra Trema e Civiltà Contadina), pur avendo tutte le carte in regola per seminare conoscenza in quel lunapark che è in costruzione sull’area di Rho-Pero, hanno scelto di incontrarsi in un centro sociale per invitare i produttori di semi a scambiarsi liberamente i frutti di un pensiero che coltiva cibo ed esperienze non per trasformarli in merce buona per il supermercato del consumo all’ultima moda. Non siamo tra i banchi di Oscar Farinetti.
Si compra, certo. Si assaggia. Ma la due giorni intitolata “Seed Vicious. Semi di resistenza” è qualcosa di più di un mercato agricolo. Vuole essere un appello diretto ai contadini e alle contadine, ai gruppi di acquisto, ai vivaisti, ai ristoratori, agli zappatori senza padroni e ai fanatici degli orti urbani, ma anche a chi semplicemente gode ad infilare le mani in un vaso sul balcone. E’ una “chiamata a raccolta” per partecipare “ad un grande e condiviso momento di incontro e di scambio per ragionare insieme di biodiversità, libera circolazione dei semi, delle genti, dei sapori e dei saperi”. L’obiettivo politico, se così si può dire, è resistere in quei territori che faticosamente tentano di sottrarsi alle logiche di mercato che mai come in questo periodo ingordo di fine impero insidiano la produzione del cibo.
E’ senza animosità, ma con un certo orgoglioso distacco, il giudizio sulla fiera universale che dovrebbe nutrire il pianeta: “Sbarcheranno in Europa, e con contorno di foglie di fico interessate solo a mantenere il proprio status quo, le grandi corporation dell’agro industria più aggressiva”. E ancora: “Verranno qui le stesse multinazionali che con la produzione di Ogm continuano ad eradicare uomini e biodiversità planetaria”.
Durante le due giornate, oltre agli scambi di liberi semi e prodotti, ci saranno anche dibattiti e approfondimenti sul tema dell’agricoltura sostenibile, degustazioni, pranzi, cene, spettacoli e laboratori per bambini. L’ingresso è libero sia sabato che domenica, dalle 13 alle 20.
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