Piange anche queste vittime, il ministro dell’Interno Angelino Alfano. E presto dovrà spargere molte altre lacrime. Lo sa bene. Del resto lo ammette lui stesso commentando la morte dei sedici migranti “scoperti” l’altra notte al largo delle coste libiche.

Erano diretti in Italia su un gommone e sono morti di freddo (uno di loro è ricoverato in gravi condizioni all’ospedale di Lampedusa). Le salme sono state portate a Porto Empedocle. I loro compagni di viaggio, altre 75 persone, ce l’hanno fatta e sono stati tratti in salvo dalle navi italiane Orione ed Etna. “Il naufragio – ha spiegato il ministro – si è verificato a circa 40 miglia da Tripoli e lontano 100 miglia da Lampedusa. Si tratta di un intervento che ancora è stato effettuato dalle nostre capitanerie nella conclusione di Mare Nostrum, durante i tre mesi che avevamo deciso che avrebbero rappresentato l’uscita dall’operazione. La nostra è un’azione corretta, è giusta, ci posizioneremo sulla linea di confine di Schengen”.

Dunque le prossime stragi non le commenteremo nemmeno. Se l’altra notte l’Italia si fosse nascosta dietro la cosiddetta missione Triton, ritirando le navi a non più di trenta miglia dalle nostre coste, sarebbero morte di freddo tutte le persone a bordo di quel gommone.

Solo nel mese di novembre, cioè dall’entrata in vigore dell’operazione Triton, nel mare mediterraneo sono state intercettate trentacinque imbarcazioni e la marina italiana ha salvato 8.952 persone. Un numero enorme considerando il mese invernale. Per non dire delle migliaia di persone che l’anno scorso sono state salvate nei mesi di gennaio e febbraio. E’ quasi certo che la prossima estate migliaia di persone moriranno abbandonate in mezzo al mare, ma come direbbe Alfano sarà un’azione del tutto corretta, nel pieno rispetto della legge per il ministro e per il governo di Matteo Renzi.

Questo è il materiale umano che ci governa, per cui resteranno lettera morta le preoccupazioni di François Crepeau, il relatore speciale dell’Onu che proprio ieri era a Roma ha invitato l’Italia a “compiere ulteriori sforzi per rispondere all’emergenza emigrazione, superando le criticità dei programmi messi in campo, in ordine alla tutela dei diritti umani”. Per Crepeau, “l’Italia deve astenersi dall’effettuare respingimenti, impegnarsi a garantire un’adeguata disamina dei singoli casi all’arrivo dei migranti nei centri di accoglienza, continuando a ridurre il trattenimento non necessario”.

E ancora: “Se c’è una cosa che abbiamo imparato dalla tragedia di Lampedusa è che sigillare le frontiere con politiche repressive non costituisce un’efficace soluzione per scoraggiare i flussi migratori irregolari, perché la speranza è sempre più forte della paura”. Per il rappresentante delle Nazioni Unite, “la tutela dei confini non può, per alcun motivo, essere considerata più importante della salvaguardia di vite umane”. Senza attaccare direttamente l’Italia, anche il commissario Ue all’immigrazione, Dimitris Avramopulos, ieri ha ammesso che molto ancora deve essere fatto a livello europeo: “Dobbiamo dare risposte credibili in uno spirito di maggiore solidarietà e responsabilità, gli stati membri dovrebbero focalizzarsi sull’attuazione delle regole del sistema di asilo comune”.

Ormai di fronte a queste tragedie annunciate a poco servono i buoni propositi e le dichiarazioni di intenti. Concretamente, solo un passo indietro del governo italiano, e un diverso impegno dell’Europa, potrebbero scongiurare la morte di migliaia di persone. Lo chiedono tutti coloro che a vario titolo si occupano seriamente di immigrazione, ma per l’Europa e per l’Italia questo tema è diventato un tabù.

“Considerato quanto accaduto nel canale di Sicilia – spiega il senatore Pd Luigi Manconi – chiedo al governo italiano di esaminare la possibilità di prorogare l’attività di Mare Nostrum, almeno fino a quando l’operazione Triton non sarà in grado di assumere quelle essenziali provvidenziali funzioni prima svolte dalla missione italiana, funzioni attualmente non previste dalla nuova operazione e che dunque sono destinate a rimanere sciaguratamente scoperte”. Difficile che il governo si degni anche solo di rispondere.