Il braccio di ferro tra la Commissione europea e AstraZeneca continua. Ieri, l’esecutivo europeo ha annunciato di essersi rivolto alla giustizia del Belgio – il contratto Ue-AstraZeneca è di diritto belga – perché venga garantita la consegna delle dosi pattuite da parte della società anglo-svedese. La prima udienza di questa nuova offensiva giudiziaria europea è stata fissata per il 25 maggio.

La Ue chiede che venga rispettato almeno l’impegno di fornire al blocco 90 milioni di dosi nel secondo trimestre (cioè entro fine giugno), che non sono state consegnate nei primi tre mesi dell’anno. Nel primo trimestre, AstraZeneca ha fornito alla Ue soltanto 30 milioni di dosi, mentre il contratto era di 120 e nel secondo trimestre l’accordo era di 180, ma sembra che AstraZeneca non abbia intenzione di consegnarne più di 70 milioni, cioè in tutto un terzo di quanto pattuito.

Questa procedura si aggiunge a quella, più lunga, aperta dalla Commissione contro AstraZeneca lo scorso marzo, con l’accusa di non aver rispettato il contratto firmato con la Ue. Per la Commissione, «AstraZeneca dispone di varie fabbriche che permettono di produrre le dosi necessarie». La Ue chiede quindi al tribunale che «domandi a AstraZeneca di effettuare le consegne e, nel caso non lo faccia, paghi una penale finanziaria». La Ue non ha attivato l’opzione di acquisto di altri 100 milioni di dosi di vaccini AstraZeneca, a causa del braccio di ferro con questo produttore, che ormai dura da mesi.

La casa farmaceutica si difende, mette in avanti difficoltà di produzione, mentre rispetta in pieno il contratto firmato con la Gran Bretagna. Le polemiche con AstraZeneca, unite ai timori su possibili effetti collaterali di questo vaccino, benché infimi, stanno spingendo molti europei alla diffidenza. La Danimarca non lo usa più e la Norvegia dovrebbe prendere la stessa decisione, mentre nella maggioranza dei paesi Ue sono imposte limitazioni di età.