Intorno alle 17 del 15 agosto la Sea-Watch 4 ha mollato gli ormeggi dal porto spagnolo di Burriana, 60 km a nord di Valencia. È la prima missione della nuova nave affidata alla Ong da United4Rescue, una coalizione di oltre 500 attori della società civile. A bordo è presente il personale medico di Medici Senza Frontiere che, dopo la fine della collaborazione con Sos Mediterranée sulla Ocean Viking, riprende le missioni lungo la rotta migratoria più letale al mondo, quella che collega la Libia all’Italia e a Malta.

«Partiti! Insieme a Sea-Watch Italy, siamo ora diretti verso il Mediterraneo centrale dove, nelle ultime 6 settimane, più di 3.500 persone hanno provato a fuggire dalla Libia attraverso il mare. Nonostante non ci fossero navi di soccorso a salvarli», ha scritto Msf su Twitter.

La Sea-Watch 4 è al momento l’unica nave umanitaria presente nel Mediterraneo. Il governo Pd-5 Stelle, infatti, è riuscito a bloccare tutte le altre battenti bandiera non italiana attraverso dei provvedimenti di fermo amministrativo giustificati con dubbie motivazioni (alla Sea-Watch 3, tra le altre cose, è stato contestato di avere a bordo troppi giubbotti di salvataggio).

In queste settimane gli unici occhi sul Mediterraneo sono stati quelli degli aerei della stessa Sea-Watch, i velivoli Moonbird e Seabird, che hanno documentato numerosi respingimenti illegali in Libia da parte della cosiddetta «guardia costiera» del paese nordafricano.

Un episodio singolare è stato invece quello di un barchino arrivato autonomamente a Lampedusa intorno alle 2 del 13 agosto. Secondo la ricostruzione di Sea-Watch avrebbe avuto il motore in avaria e sarebbe riuscito a continuare la navigazione verso le coste italiane solo dopo l’avvicinamento di un gommone maltese.

A Malta, intanto, è ancora in stallo la situazione della nave mercantile Etienne: il 2 agosto ha salvato 27 naufraghi e da allora attende l’autorizzazione a sbarcarli da parte de La Valletta, impegnata nella solita contrattazione per il ricollocamento negli altri paesi europei sulla pelle dei migranti.