È giusto e positivo che gli intellettuali intervengano sulle prossime elezioni europee, ma l’appello recentemente pubblicato e che ha per primo firmatario il prestigioso Ulrick Beck, proprio non mi convince e – aggiungo – mi sembra poco democratico in quanto riduce il confronto a due soli candidati (David Cameron e Martin Schulz), facendo fuori tutti gli altri, tra i quali voglio ricordare Alexis Tsipras, che rappresenta l’Europa del Sud e anche il nostro paese che si propone un’Europa sociale e non sottomessa ai diktat dell’alta finanza.
Insomma se, come si legge nell’appello degli intellettuali, «ci sono diversi candidati in competizione per la carica di Presidente della Commissione Europea, che sostengono programmi diversi per l’Europa unita», sarebbe stato utile e corretto che nell’appello si desse conto di tutti i soggetti in competizione per poi indicare le scelte suggerite da quel gruppo di intellettuali.
La semplificazione Cameron o Schulz non convince. Riduce questo importante appuntamento elettorale al confronto tra i soli due candidati, che poi, nella sostanza, non sono tanto diversi tra loro. Non dimentichiamo che nel suo paese il partito di Schulz governa con quello della Merkel, e che in Italia dove nell’ultimo week end il Pd ha abbracciato e sostenuto Schulz è quello stesso Pd che era stato tra i primi in Europa ad accettare di inserire nella nostra Costituzione il fiscal compact voluto dal governo di Mario Monti, vera cinghia di trasmissione della Troika.