Cos’è una casa? Una proprietà, un investimento o un tetto? Nella mia borgata, a distanza di poche centinaia di metri, ci sono tutt’e tre. Vedo le case abusive costruite negli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso. Lo stile incerto la cui caratteristica principale è il non-finito, il muro da intonacare o il vano fontane da trasformare in mansarda. Il muratore abruzzese o l’operaio marchigiano ha fatto i salti mortali per costruirsela. C’ha messo anni, ma se l’è fatta anche pensando ai figli. S’è indebitato e non ha fatto un’ora di sciopero per la paura di perdere il lavoro che gli faceva pagare i buffi. S’è fatto servo di altri e di se stesso, ma finalmente è potuto entrare nella classe dei padroncini che possono vantare la proprietà di un mattone.
Vedo le nuove centralità. Case che i palazzinari e i politici che li sostengono misurano in cubature. Ne parlano come si parla di acquari per pesci. Gli esseri che andranno ad abitare questi contenitori hanno voce in capitolo più o meno quanta ne può avere il pesce rosso d’acqua dolce. Nel cemento che è servito a realizzare queste gabbie ci sono i soldi delle mafie, gli operai che hanno lavorato in questi cantieri sono stranieri sottopagati, i terreni sono stati acquistati come agricoli e poi trasformati in edificabili.
Vedo le case occupate. Dentro ci vive lo studente e il divorziato disoccupato, lo straniero e la ragazza-madre. Ogni tanto arrivano le guardie e si minaccia lo sgombero. Allora si scende in strada, compare uno striscione e un megafono.

Sono case da difendere dalla legge perché non è legale abitarci. Eppure sono le più vicine all’idea originaria di casa. Non sono il “mattone” per il quale sacrificare la vita, da lasciare ai figli o da ipotecare. Non sono nemmeno le tonnellate di cemento che ripuliscono il denaro sporco o moltiplicano quello già ripulito. Sono soltanto un tetto sotto il quale stare.

[do action=”citazione”]Le nostre case diventano disumane perché il loro valore è conteggiato in euro o, nel migliore dei casi, in classe energetica. Potrebbe essere tutto molto più semplice se pensassimo che la casa, in fondo, è solo un tetto, ma che la trave che lo sostiene è come un padre che ci protegge.[/do]

Chissà quale idea di casa avevano gli uomini delle caverne. Certo è che molti secoli dopo, nei riti funebri di mezza Europa, il padre famiglia viene accompagnato al camposanto chiamandolo «trave della casa». Le nostre case diventano disumane perché il loro valore è conteggiato in euro o, nel migliore dei casi, in classe energetica. Potrebbe essere tutto molto più semplice se pensassimo che la casa, in fondo, è solo un tetto, ma che la trave che lo sostiene è come un padre che ci protegge.