Psicoanalisi e rivoluzione di Ian Parker e David Pavón-Cuéllar (ombre corte, pp. 177, euro 15, traduzione di Enrico Valtellina) è un sorprendente «manifesto rivolto ai movimenti di liberazione» che, come afferma Pietro Bianchi nell’elegante postfazione, «è da accogliere come una salutare ventata di aria fresca». Doppiamente sorprendente e fresco questo manifesto perché si sviluppa attorno a due mosse tutt’altro che scontate. La prima: l’accostamento della psicoanalisi alla rivoluzione. Accostamento azzardato dato che tanto pensiero radicale ha giustamente accusato la psicoanalisi di essere espressione del potere eteropatriarcale e la continuazione biopolitica della psichiatria. La seconda: la decisione di fare del pensiero...