Munch? Urlava come un ossesso perché si trovava in un film di Dario Argento, vivendo momenti assai splatter. Essere o non essere? Lo pensava un amletico Dante mentre camminava per le strade di Firenze alla ricerca della sua Beatrice. E poi c’è il Commissario Montalbano, nato per diretta emanazione dello schermo tv, senza nessun albero genealogico. Per il 75% degli italiani lui è tutt’uno con Zingaretti e lo scrittore Camilleri rimane un perfetto sconosciuto.
Nonostante il proliferare di test e quiz, gli italiani crollano sulle domande più semplici, spesso quelle fondative della cultura del paese, ponendosi tra gli ultimissimi in graduatoria rispetto alla conoscenza di arte e letteratura. Il desolante rapporto che boccia un connazionale su due è opera della testata digitale Libreriamo: seguendo la metodologia Woa (Web Opinion Analysis) lo studio ha setacciato le «idee» di 2500 individui di età compresa tra i 18 e i 65 anni, monitorando siti online di settore, blog, forum, social network. Così se don Abbondio per il 38% degli italiani è attribuibile a Boccaccio, il Cenacolo di Leonardo da Vinci non sfigura vicino al Colosseo per il 27% dei «campionati», mentre uno su tre metterebbe la mano sul fuoco di fronte alla Gioconda: quel quadro è di Michelangelo e fa bella mostra di sé a Londra. Solo il 26% dice di averlo visto (o immaginato) al Louvre di Parigi.
In realtà, non c’è molto di nuovo da scoprire sulla nostra attitudine all’ignoranza: nella classifica Ipsos Mori, l’Italia ha conquistato un triste primato europeo: è riuscita a piazzarsi fra i paesi più ignoranti insieme al Belgio. Senza contare l’aggravante: calpestiamo ogni giorno un territorio disseminato di patrimonio culturale, in un paesaggio di storia stratificata, dove l’arte racconta le varie tappe di una civiltà. Eppure in un’Italia in cui chiese, palazzi storici, dipinti, affreschi, sculture, codici miniati si susseguono ad alta densità, una materia ambasciatrice di civiltà e consapevolezza come l’arte è visibilmente ridotta tra i banchi di scuola, quando non del tutto cancellata. E le biblioteche? Vanno in malora. Non c’è da stupirsi allora se a leggere almeno un libro al mese sono solo il 13,7% degli italiani? Il 45% ne sfoglia, con rosee previsioni, tre all’anno. Per non parlare dei giornali: ci si informa al volo in rete, senza attenzione ai contenuti e con una concentrazione meccanica pari a quella richiesta dalle slot machine.
I musei, invece, hanno registrato negli ultimi tempi un aumento di visitatori, eppure vengono investiti dall’indifferenza del 47% della popolazione. Sono i turisti e gli stranieri a nutrirsi della nostra cultura.