Se il lavoro del poeta è scuotere il cielo aspettando che qualche frammento cada, il lavoro dell’archeologo è scuotere la terra, senza imbarazzo del cosmo, aspettando che qualche frammento di cielo appaia», scrive Flaminia Cruciani in Lezioni di immortalità (Mondadori, pp. 168, euro 18). «L’archeologia è più affine alla poesia di quanto possiamo immaginare», continua l’autrice che su questa somiglianza costruisce un libro allo stesso tempo intimo e universale. ARCHEOLOGA «prestata» alla poesia o poeta dal bagaglio antichistico, Cruciani ha preso parte per lunghi anni agli scavi nel sito di Tell Mardikh, a sud-ovest di Aleppo, che – sotto la...