Dopo anni di sfruttamento di Stato i 64 mila precari della scuola che faranno il concorso straordinario per 32 mila posti tra il 22 ottobre e il 9 novembre potrebbero perdere l’occasione di vedere riconosciuto il lavoro che fanno in classi sempre diverse da più di tre anni perché in quel periodo potrebbero trovarsi in quarantena cautelare o peggio ammalati per il Covid. E non potranno recuperare il concorso perché il testo del bando pubblicato oggi sulla Gazzetta ufficiale non prevede prove suppletive. Per chi invece riuscirà a superare tutti gli ostacoli creati dal concorso voluto dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina (5Stelle) nella pandemia più grave da un secolo sarà assunto effettivamente solo il prossimo anno scolastico, ma giuridicamente il suo posto di lavoro sarà retrodatato al primo settembre del 2020. Con questo stratagemma Azzolina ha pensato di rispondere alla drammatica mancanza di docenti stabili, al problema delle cattedre vacanti e al record di precariato scolastico con i quali il suo governo ha riaperto la scuola dopo sei mesi di chiusura imposta dal Covid. Va ricordato che i 32 mila assunti del concorso straordinario copriranno solo un terzo dei posti ancora senza titolare. Nel 2020 su 85 mila posti vacanti nell’ organico dei docenti il Miur ha coperto a malapena 22 mila posti. L’anno prossimo potrebbero essere ancora di più.

AL CAOS creato dall’impreparazione del governo che ha portato a un’apertura dimezzata della scuola con orari dimezzati, carenza di spazi per il distanziamento, didattica online mescolata con quella minima in presenza, ieri si è aggiunto un altro scontro nella maggioranza tra Pd e Cinque Stelle dopo quello avvenuto tra giugno e luglio quando il concorso è stato rinviato ad ottobre. A poche ore dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale la responsabile scuola del Partito Democratico, Camilla Sgambato, ha proposto il rinvio del concorso per i precari in prossimità delle festività di Natale. Tra ottobre e dicembre la situazione epidemiologica potrebbe però precipitare e rendere del tutto impossibili le prove annunciate ieri. Non si capisce bene perché non chiedere di fare un concorso per titoli, stabilizzare i precari e poi fare una verifica, come richiesto dai sindacati.

«È ASSURDO voler forzare la mano sulla convocazione del concorso» ha detto il senatore Pd Francesco Verducci. «Dopo il caos delle graduatorie, alle difficoltà enormi di gestire un anno così particolare, si è scelto di aggiungere un ulteriore elemento destabilizzante. Si rinvii il concorso e si apra un tavolo sulla stabilizzazione dei precari». «Respingiamo al mittente la proposta – è stata la risposta degli esponenti dei 5 Stelle in commissione Istruzione al Senato – Sarebbe una presa in giro per gli oltre 60 mila candidati, senza contare il mezzo milione di candidati al concorso ordinario che verrebbe di conseguenza spostato in avanti. Non possiamo permetterlo».

IL CONCORSO straordinario per i precari della scuola è solo l’anticipo di quello che avverrà, sempre nel corso della pandemia, con quello ordinario al quale parteciperanno circa 500 mila candidati. Non è stato ancora convocato ma già si annunciano complicazioni epocali. Se in quello dei precari si dovranno distribuire trenta persone per ogni aula attrezzata solo per la prova preselettiva. Servirebbero da 10 a 20 mila aule attrezzate che ingolferanno ancora di più le scuole alle prese con le regole del distanziamento. Per quello con 500 mila concorrenti sarà necessario moltiplicare questi numeri per dieci e si prevede un esercito di commissari. Non è detto che accetteranno facilmente, visti i tempi e le paghe previste. Gli uffici scolastici potrebbero affrontare il problema delle rinunce.

«NUTRIAMO SERI DUBBI che si riuscirà a rispettare il calendario fissato dal ministero dell’Istruzione e a espletare le prove entro novembre» ha sostenuto Rino Di Meglio della Gilda. Maddalena Gissi (Cisl Scuola) ha accusato il Miur di «altissimo livello di insensibilità. Pensano di andare avanti come se fossimo in una situazione normale». Per Francesco Sinopoli della Flc Cgil «non ha senso che il governo operi con tanta fretta, se non per coprire i fallimenti su assunzioni e supplenze che hanno visto assegnati solo il 20% dei posti e contano migliaia di posti attribuiti da graduatorie sbagliate e altre migliaia ancora scoperti».