Il 4 marzo 2018 voteremo i candidati che si presentano sotto il simbolo “Liberi e Uguali”.

Riteniamo che un successo di tale lista possa favorire la ricostruzione di una sinistra democratica e progressista, radicata nel mondo del lavoro e della cultura.

In particolare, “Liberi e Uguali” è il solo raggruppamento politico che, nella presente campagna elettorale, abbia messo al centro della sua proposta una svolta radicale nelle politiche per la Scuola, l’Università e la Ricerca.

Fra le criticità strategiche di cui soffre il nostro Paese – l’insostenibile modello economico fondato sulla cogenza del “vincolo esterno”, sulla mortificazione del lavoro e sull’aumento delle disuguaglianze; la crisi istituzionale non risolta e la debolezza della pubblica amministrazione; la disgregazione del tessuto sociale e della stessa lealtà verso le forme della democrazia – deve essere nominata anche la questione educativa.

Ovvero, la quasi totale mancanza di un coerente indirizzo della pubblica istruzione (con effetti particolarmente gravi sulla Scuola media inferiore e superiore), da troppo tempo gestita con provvedimenti episodici e contraddittorii, inseriti in un’incerta cornice aziendalista, tanto inopportuna quanto velleitaria e  incapace di produrre nei giovani maturità, cultura, spirito critico; e una dissennata politica dell’Università e della Ricerca, fondata su definanziamento del sistema, valutazione ossessiva, competizione fra Atenei, burocratizzazione della figura docente, estensione abnorme del precariato.

Anche in questo caso, si lamenta l’assenza di un’idea guida, di una consapevolezza politica del ruolo della produzione di cultura nel nostro Paese.

In realtà, tanto la scuola quanto l’Università sono gestite con un’adeguazione subalterna ad alcuni stereotipi: logiche dell’eccellenza, internazionalizzazione intesa in modo formale, connessione sistematica fra Università e esigenze della produzione, noncuranza, di fatto, degli squilibri territoriali che tutto ciò comporta.

In effetti, ciò che manca è lo Stato: lo diciamo non certo come nostalgici di un qualsiasi “statalismo”, ma in nome del primato della dimensione pubblica e democratica, capace di una azione di equilibrio fra le esigenze della ricerca applicata e della ricerca di base, fra il perseguimento dell’efficacia specialistica e la tutela e lo sviluppo dello spirito critico, fra l’utilità del sapere e la sua indipendenza critica e creativa.

L’obiettivo di una coerente politica universitaria non può essere quello, meramente quantitativo e peraltro solo dichiarato, di aumentare il numero dei laureati – quando in realtà molti di essi sono già condannati all’emigrazione – ma di migliorare la loro preparazione svincolandola dalle attuali angustie curricolari e allentando le maglie burocratiche in cui il ciclo di riforme del primo decennio del secolo ha imbrigliato studenti e docenti.

Più investimenti, quindi, per il diritto allo studio e per la ricerca, ma anche più libertà e autonomia democratica negli Atenei, e maggiore attenzione a quel bene prezioso, a quel lievito della vita associata, non solo del sistema produttivo, che è il sapere avanzato, capace di compenetrare e vivificare tutta la società.

Alberto Asor Rosa, Roma “Sapienza”
Carlo Galli, Bologna
Giorgio Inglese, Roma “Sapienza”
Gianfranco Pasquino, Bologna
Corrado Petrocelli, San Marino
Marco Almagisti, Padova
Manuel Anselmi, Perugia
Elvira Assenza, Messina
Luca Baccelli, Camerino
Carlo Baccetti, Uni-Firenze
Mario Barcellona, Catania
Maria Luisa Barcellona, Catania
Laura Bazzicalupo, Salerno
Silvano Belligni, Torino
Paolo Borioni, Roma “Sapienza”
Riccardo Caporali, Bologna
Stefano Carrai, Siena
Thomas Casadei, Modena
Renato Cavallaro, Roma “Sapienza”
Roberto Cavarra, Roma “Sapienza”
Giovanni Cerchia, Università del Molise
Claudio Ciancio, Un. Piemonte Or.
Salvatore Coluccia, Torino
Alessandra Criconia, Roma “Sapienza”
Zaira Dato, Catania
Ernesto De Cristofaro, Catania
Riccardo De Gennaro, Firenze
Raffaele De Giorgi, Lecce
Federico Delfino, Genova
Damiano De Rosa, Roma “Sapienza”
Paolo Desogus, Sorbonne Universitè
Claudia Di Giacomo, Catania
Alfonso Di Giovine, Torino
Mattia Diletti, Roma “Sapienza”
Filomena Diodato, Roma “Sapienza”
Cinzia Di Pietro, Catania
Mario Dogliani, Torino
Leila El Houssi, Padova
Nunzio Famoso, Catania
Luigi Ferrajoli, Roma Tre
Antonio Floridia, Firenze
Giuseppe Forte, Catania
Mattia Gambilonghi, Genova
Davide Gandolfi, Torino
Nicola Genga, CRS
Rino Genovese, Firenze
Stefano Gensini, Roma “Sapienza”
Sonia Gentili, Roma “Sapienza”
Gian Franco Gianotti, Torino
Patrick Leech, Bologna
Alessandro Lutri, Catania
Giovanni Marletta, Catania
Federico Martelloni, Bologna
Alfio Mastropaolo, Torino
Massimiliano Mazzanti, Ferrara
Massimo Miglio, Università della Tuscia
Elisabetta Mondello, Roma “Sapienza”
Salvatore Monni, Roma tre
Elena Monticelli, Roma “Sapienza”
Andrea Morrison, Utrecht University
Alberto Olivetti, Siena
Guido Ortona, Piemonte Ori.
Gabriella Piccinni, Siena
Stefano Pietropaoli, Salerno
Paolo Pini, Ferrara
Antonio Pioletti, Catania
Michele Prospero, Roma “Sapienza”
Enrico Pugliese, Roma “Sapienza”
Marcella Renis, Catania
Gianni Riccamboni, Padova
Francesa Rizzo Nervo, Roma “Sapienza”
Sergio Roda, Torino
Gianpasquale Santomassimo, Siena
Luisa Simonutti, Cnr Milano
Giovanni Solimine, Roma “Sapienza”
Michele Sorice, Luiss Roma
Luigi Spedicato, Lecce
Irene Strazzeri, Foggia
Marcello Strazzeri, Lecce
Egidio Zacheo, Lecce
Adriano Zecchina, Torino

Errata corrige

Per uno spiacevole inconveniente tecnico, nell’edizione del manifesto in edicola il 10 febbraio è stata pubblicata una versione dell’appello non definitiva. Pubblichiamo qui il testo corretto. Ci scusiamo con i lettori, i firmatari e i proponenti.