Le regole per la gestione della pandemia sono ancora nel caos. Domani è previsto l’incontro tra il ministro dell’Istruzione Bianchi e i sindacati, all’ordine del giorno la comunicazione dei dati sui contagi. Mercoledì c’è stata l’audizione di Bianchi alla Camera sui contagi dal 10 al 15 gennaio ma non sono state informate le organizzazione dei lavoratori, nonostante sia un impegno previsto dal Protocollo sicurezza siglato ad agosto. I sindacati chiedono di vedere il report in dettaglio.

Ad esempio, in Lombardia il ministero ha eliminato dalla statistica i 218.750 alunni delle scuole non statali mentre del 1.161.377 delle statali sono stati monitorati 899.565, quindi manca all’appello un ulteriore 22,5%. Se si calcola la platea totale, i 791.350 che hanno frequentato in presenza rappresentano il 57%, un dato molto vicino alla stima empirica dei presidi, e non l’88% dichiarato alla Camera. Lo stesso in Campania: il ministero indica un totale di 833.812 studenti, di questi sono stati censiti 659.377 con 594.912 in classe in presenza ma alla regione risulta un totale di 935mila studenti. Se la platea è questa, gli studenti in presenza sono stati circa il 63% e non il 90%.

Ministeri al lavoro su quarantene e tamponi. Sul tavolo riduzione della quarantena per la fascia 12-19 anni; cancellazione dell’obbligo di tampone per gli asintomatici al rientro dalla dad. L’isolamento a casa nella scuola primaria potrebbe essere ridotto a 7 giorni; in revisione anche la regola del T0 e T5 cioè il tampone alla scoperta del primo positivo in classe e poi il secondo dopo 5 giorni: il tracciamento è saltato e il T0 è impossibile farlo. Si potrebbe allora far scattare subito la dad ed effettuare il test a 3 giorni. Una petizione propone di introdurre l’autosorveglianza per gli alunni vaccinati della primaria (come avviene nei cicli successivi) ma l’idea si scontra con la bassa vaccinazione tra i 5-11 anni: ieri pomeriggio avevano fatto la prima dose solo il 26,9%.

La Flc Cgil chiede che nella scuola secondaria ci sia il passaggio alla dad per tutta la classe a partire dal secondo contagio con l’eliminazione della didattica mista che, secondo molti professori, non è efficace. Inoltre spiega Cristina Costarelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi del Lazio: «Il trend sta confermando che l’autosorveglianza si trasforma in dad per scelta delle famiglie, che hanno paura di mandare i figli a scuola con due positivi accertati in classe. Io stessa mi sono ritrovata con tre ragazzi in presenza e 25 in dad».

Poi ci sono le richieste delle regioni al governo, martedì è prevista la Conferenza unificata. I presidenti chiedono che venga rivisto il sistema delle zone a colori e soprattutto che vengano eliminati dal conto dei ricoveri Covid i positivi asintomatici, che stanno avvicinando i territori all’arancione con lo spettro della zona rossa. Due punti su cui c’è stata un’apertura, mercoledì, da parte dei tecnici del governo. Le regioni spingono anche per un’ulteriore semplificazione delle quarantene e dei tamponi. Ad esempio riducendo a 5 giorni l’isolamento dei positivi asintomatici che hanno fatto il booster. Ma i tecnici hanno frenato su questo e anche sulla possibilità di limitare il contact tracing ai soli sintomatici.

«Il sistema a zone è da rivedere con urgenza» ha insistito ieri il governatore lombardo Fontana. E il veneto Zaia: «Togliere i ‘Covid per caso’ dalla contabilità ospedaliera e rivedere il sistema dei colori. Il tracciamento è saltato, non è vero che la scuola è aperta: sono aperti gli edifici ma per migliaia di ragazzi l’educazione è in dad». Il ligure Toti ha scritto al ministro Speranza: «Le Asl non riescono a prendere in carico i positivi all’autotest o non fanno in tempo a registrali perché si negativizzano prima».