Alla fine il Comitato tecnico scientifico ha detto sì, almeno in parte. La viceministra all’Istruzione Anna Ascani aveva lanciato la proposta di un ultimo giorno di scuola tutti insieme, alunni e professori, per salutarsi. Ok, ha risposto il Cts, come riferisce la stessa Ascani, ma solo se sarà fatto all’aperto e non nelle aule scolastiche, e «nel pieno rispetto dei divieti di assembramento e delle regole di distanziamento e di protezione individuale». La viceministra si augura che queste iniziative vengano organizzate, in piena sicurezza, «anche oltre la data prevista per la fine delle lezioni, come si sta facendo in diversi comuni. È una piccola cosa, ma può servire agli studenti a chiudere più serenamente un anno che dal punto di vista delle relazioni è rimasto sospeso». Ascani aggiunge che «naturalmente l’impegno più importante è la riapertura della scuola a settembre».

Ma proprio sul ritorno in classe il presidente dell’Associazione nazionale dei presidi, Antonello Giannelli, lancia l’allarme sostenendo che sarà «impossibile riaprire in sicurezza» senza «risorse certe e libertà di gestione». Il problema principale riguarda l’edilizia scolastica. A turbare i presidi è anche l’idea delle lezioni di 40 minuti oltre alla questione della responsabilità penale in caso di infortuni. Quindi «deve essere tempestivamente formulato un protocollo di sicurezza in modo da limitare il margine valutativo delle singole realtà scolastiche e garantire al massimo l’incolumità di tutti – dice Giannelli- va sostenuta l’autonomia attraverso un cospicuo adeguamento delle risorse economiche e soprattutto umane, con tempestiva attuazione di quanto disposto in materia di edilizia e con la profonda rimodulazione dei quadri orari».