L’infanzia è, dovrebbe essere, un divenire di scoperte in libertà. Montare e smontare, salire e scendere, fare e disfare, correre, saltare, fantasticare, colorare, osservare, domandare, intrufolarsi, pastrugnare materiali, curiosare, sperimentare, tutto ciò costituisce il mestiere di crescere.
Con La zona oscura. L’età bambina, corto proiettato oggi alle 19 allo spazio Oberdan nella sezione Fuori Concorso di Filmmaker a Milano, Gaia Giani documenta gli ultimi mesi di vita della scuola Montessori di via Porpora a Milano. «La scuola si sarebbe trasferita perché, in 40 anni di vita, gli iscritti erano molto aumentati e servivano spazi più ampi. Volevo cogliere un passaggio di condizione e di tempo. Quando sono entrata per fotografare e filmare ho sentito riaffiorare prepotentemente momenti della mia infanzia e ho cominciato a domandarmi come sarebbe la scuola ideale».

Seguendo le tracce di un proprio vissuto, Gaia Giani racconta i segni della Montessori di via Porpora che, molto probabilmente, accompagneranno i bambini che l’hanno frequentata: le aule rosa con grandi finestre, il giardino, i pavimenti di legno, la cucina con i pentoloni che ribollono, gli scaffali pieni di libri colorati, le pareti tappezzate di disegni, i banchi uniti come isole creative, le tovaglie a quadretti del refettorio, le maestre, le lezioni, i giochi. Su tutte emergono due figure: la piccola scala, sormontata da un oleandro, che è sia ingresso principale che tramite con il giardino e segna una continuità creativa fra un dentro e un fuori; Jole Ruglioni, la maestra che fondò questa Montessori nel 1972. La trasformazione in casa privata cancellerà la scala, e quel muro nudo appare come una ferita. Tuttavia, quando Jole ripercorre gli spazi ormai vuoti e la sua storia di maestra montessoriana, lo fa senza nostalgia perché la scuola va avanti altrove, ed è quello che conta.

Eppure, la magia di quel luogo non sarà facile da riprodurre. «In via Porpora – dice Gaia Giani – nulla era più a norma secondo i criteri oggi richiesti, basti pensare che i bambini potevano entrare e uscire liberamente dalla cucina. Anche se non ho trovato una risposta su quale sia la scuola ideale, questo viaggio mi ha fatto pensare a quanto sia stata importante la rivoluzione di Maria Montessori che mise al centro di tutto il bambino e il rispetto dei suoi tempi di apprendimento, e quanto abbia contato la pedagogia in Italia negli anni Settanta, quando il bambino veniva riscoperto nelle sue potenzialità e libertà».
Parte del titolo del film, La zona oscura, riprende una riflessione di Natalia Ginzburg che nel 1977 scrisse sul Corriere della sera: «Poiché ai maestri sono affidati dei bambini, cioè la zona più delicata e oscura che esista nell’universo, e la più fragile, la più facile da corrompere e sciupare, non si capisce come non siano, i maestri elementari, al centro e nel cuore dell’interesse generale».