La Commissione di garanzia per l’attuazione degli scioperi ha chiesto ai sindacati della scuola Flc Cgil, Cisl e Uil, Snals e Gilda in via d’urgenza di revocare lo sciopero nazionale annunciato per lunedì otto giugno. La ragione è «il mancato rispetto del termine di preavviso» per una protesta proclamata il 29 maggio scorso. Il periodo di tempo necessario al preavviso non dev’essere inferiore a 15 giorni, sostiene la commissione. Rispetto a uno sciopero dichiarato dal sindacato Adl Cobas il 5 giugno sarebbero dovuti passare inoltre sette giorni, ha evidenziato Il garante. «Per noi i tempi sono stati rispettati e, elemento decisivo, non andiamo contro la legge che garantisce il diritto all’istruzione e quello di sciopero – afferma Francesca Ruocco, segretaria nazionale della Flc Cgil – Oggi abbiamo gli studenti costretti a casa per l’emergenza sanitaria e diamo al personale la possibilità di manifestare la loro preoccupazione rispetto alla riapertura in sicurezza e soprattutto in presenza della scuola a settembre».

Nel caso in cui la commissione non si ritenesse soddisfatta potrebbe comminare sanzioni da 2.500 a 5 mila euro. «In ogni caso la sanzione sarebbe alle organizzazioni sindacali, non ai lavoratori – risponde Ruocco – Comunicheremo con una lettera alla Commissione che siamo nei termini stabiliti della legge, ma non ci sfugge che la Commissione potrebbe aprire una procedura di valutazione. Correremo il rischio evidenziando che il diritto di sciopero è garantito dalla Costituzione. Sarebbe un segnale preoccupante se fosse negato» .

Lo sciopero della scuola dell’otto giugno è un altro effetto del duro scontro intrapreso dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina (Cinque Stelle) sin dal primo mese del suo insediamento a Viale Trastevere. La nuova rottura è avvenuta a un tavolo dove non ha voluto rispondere alla richiesta dei sindacati di un potenziamento dell’organico dei docenti e del personale Ata in vista della »ripartenza» della scuola a settembre. Al netto del concorso rimandato per ora a ottobre, il problema è diventato di stretta attualità alla luce di quanto scritto dal Comitato tecnico scientifico sull’organizzazione delle classi in gruppi ridotti di alunni a partire da settembre. Secondo i sindacati questo documento ha reso evidente l’esiguità “l’insufficienza delle risorse destinate al sistema d’istruzione per fronteggiare l’emergenza; per consentire di far fronte all’accresciuto fabbisogno di docenti e collaboratori scolastici, oltre che alla necessaria dotazione di materiali igienico sanitari e di DpiI per alunni e personale, occorre infatti prevedere un loro sostanzioso incremento. Questa situazione mette in evidenza ritardi e carenze da cui il nostro sistema è afflitto da anni».

Un incontro tra i sindacati, il governo, i sindaci dell’Anci per affrontare questi temi è previsto dopodomani.