Non ci sono ancora risultati definitivi per le elezioni scozzesi, dato che non è stato pubblicato alcun exit-poll e i risultati delle singole circoscrizioni vengono comunicati solo a spoglio ultimato, ma la vittoria dello Scottish National Party è comunque certa. I nazionalisti sono vicini alla soglia dei 65 seggi necessari per ottenere la maggioranza assoluta e formare un governo senza dover stringere alleanze, ma la partita è ancora aperta e la stessa premier nazionalista Nicola Sturgeon è sembrata molto cauta al riguardo.

Com’è andata a finire lo si saprà presumibilmente nella serata di oggi, ma qualche dato importante è già emerso ieri sera. Uno su tutti, il collegio elettorale in cui era candidata Sturgeon. La premier è stata rieletta con circa il 60% dei voti nella circoscrizione uninominale in cui era candidata, Glasgow Southside. Il suo principale avversario era proprio il leader del Partito Laburista Scozzese, Anas Sarwar. Sturgeon ha ottenuto un risultato pressoché identico a quello del 2011, ma la speranza dell’Snp, a livello sia nazionale che locale, è quella di ottenere più voti di quelli di cinque anni fa.

Partite più dure per l’Snp sembrano essere quelle delle aree nel Nord-Est della Scozia, che potrebbero determinare l’esito di queste elezioni. Dalla stessa area giungono cattive notizie per il neonato Alba, partito fondato dall’ex premier dell’Snp Alex Salmond. Nella zona di Aberdeen, su cui Alba aveva puntato molto, gli indipendentisti di Salmond avrebbero ottenuto solo il 2%. Se questo dato fosse confermato a livello nazionale, sarebbe una vera e propria disfatta. C’è invece grande speranza fra i Verdi, partito che ha visto crescere di molto il proprio consenso nei sondaggi pre-elettorali.

In ballo in queste elezioni ci sono i 129 seggi del parlamento di Edimburgo. 73 di questi sono assegnati sulla base del voto delle singole constituencies, collegi uninominali medio-piccoli, mentre il resto riflette il voto delle otto aree elettorali regionali. I seggi regionali sono assegnati con un sistema che privilegia i partiti che non hanno ottenuto molti consensi nelle constituencies, o che magari non hanno presentato i loro candidati per ragioni strategiche. I risultati regionali sono quindi molto attesi: è lì che gli altri partiti indipendentisti possono dar fastidio all’Snp, ma anche candidarsi a far parte di una coalizione di governo indipendentista con i nazionalisti di Sturgeon.

Saranno proprio i risultati regionali a essere annunciati per ultimi e a rivelare se l’Snp avrà o meno bisogno di alleanze per governare. Per il momento, si può dire che il fronte indipendentista ha tenuto. Un nuovo referendum potrebbe essere ora più vicino. Interrogato ieri su questa prospettiva, il premier britannico Boris Johnson ha risposto: «Aspettiamo e vediamo».