Se c’è un primato di cui possiamo vantarci, più o meno, è quello che dice «Noi sì che le telenovele le sappiamo fare». Le più attuali sono due. Una mette in scena un ex calciatore, detto Er Pupone, che si separa malamente dalla moglie un tempo amatissima e che è un popolare personaggio televisivo. Poiché la coppia sembrava inossidabile, da mesi parte della popolazione italica è in gramaglie e segue la vicenda cercando di capire chi ha commesso il peccato originale e come districheranno i numerosi affari, nonché proprietà, che condividono. Un importante turning point della vicenda l’ha segnato lui durante l’estate rivelando, in un’intervista al Corriere, che, siccome lei gli ha svuotato la cassetta di sicurezza con la sua collezione di Rolex, lui per ripicca le ha svuotato la cabina armadio piena di borse targate Chanel, Gucci ed Hermès che, i bene informati, giurano valgano alcune decine di migliaia di euro. Poiché un accessorio ne tira un altro, già che era lì davanti a scaffali e grucce pare si sia portato via anche dei gioielli e un centinaio di paia scarpe, quantità che, per una che si cambia per ragioni di lavoro tre o quattro volte al giorno, non è nemmeno esorbitante.

TUTTI ERANO in attesa della prima udienza che, la settimana scorsa, avrebbe dovuto stabilire chi e come deve restituire che cosa, fra cui, sembrerebbe, anche una Smart che, ti dici, con tutti i soldi che hanno, se la possono anche ricomprare, se proprio gli serve, ma si sa, quando due ex coniugi decidono di separarsi litigando, possono incaponirsi anche sui pelucchi di un maglione, per dire.
Insomma, eravamo lì ad aspettare l’udienza, anche perché con tutti i disastri che stanno succedendo nel mondo uno si deve pure un po’ rilassare, che nell’aula del Senato, mentre si eleggeva la seconda carica dello Stato, mica bazzecole, ricompare un senatore molto invecchiato e che un tempo fu un premier potente. E già lì ti dici che siamo un Paese ben curioso, capace di mandare in Senato uno che, tralasciando i 36 processi, di cui 4 ancora in corso, 10 archiviati, 8 prescritti, 2 amnistiati, una condanna l’ha avuta, per frode fiscale.
Comunque, non è su questo che si basa la telenovela, ma sul biglietto vergato dal neo senatore e messo a beneficio di telecamere e fotografi in cui definisce la giovane donna che adesso ha molti più voti, e potere, di lui, e che con lui sta trattando per formare il nuovo governo, come: “prepotente, supponente, arrogante, offensiva”. Voleva schiaffeggiarla pubblicamente. Lei gli ha risposto: «Manca un aggettivo. Non sono ricattabile», frase che per certi versi echeggia quella che gli disse una signora della politica, ovvero «Non sono a disposizione».

E INSOMMA, quel signore lì i suoi guai li ha sempre avuti con le donne, prima la seconda moglie che lo mandò pubblicamente a remengo perché per i suoi gusti stava troppo aderente a delle minorenni, poi una escort che raccontò di essere stata pagata per incontrarlo in intimità quando lui era presidente del consiglio, poi alcune ragazze che svelarono come quelle che organizzava nella sua villa tutto erano tranne cene eleganti, e adesso ti arriva questa capa che lui pensava di mettersi in tasca come una bambina, perché l’ha un po’ vista crescere, politicamente parlando, che non solo gli dice una serie di no, ma gli fa fare la figura di uno che conta ormai poco.
Voi capite che al cospetto di ciò le borse versus Rolex passano dal primo al ventesimo posto dello share. E comunque siamo solo al primo episodio della prima serie, sia per le borse che per il governo, e le telenovele hanno tante, ma tante puntate, ahinoi.

mariangela.mianiti@gmail.com