Sembrava un taglio ai fondi della Protezione civile, inserito per di più con un emendamento quasi mimetizzato nel decreto Sostegni bis approvato l’altro giorno.

Ma la vicenda contiene la riorganizzazione de rapporto tra attività sul territorio e nuclei di ricerca e lo scontro tra il Dipartimento diretto da Fabrizio Curcio e l’Istituto nazionale di Geofisica e vulcanologia, che ormai da anni ha accorpato diversi organismi e si occupa di monitorare e fare ricerca sulle attività sismiche.

«Hanno sottratto 15 milioni dal fondo per le emergenza, hanno colpito il sistema di protezione civile» è la denuncia Curcio. Da Ingv minimizzano, sostengono che l’emendamento abbia solo «eliminato un passaggio contabile». Nel merito, si assegnano 15 milioni del Fondo di protezione civile direttamente all’Ingv per le proprie ricerche, in modo che l’attività scientifica verrà svolta in maniera autonoma. Il vincolo con Protezione civile prenderà forma di un coordinamento invece che, come è stato fino a oggi, di una convenzione.

Fino a oggi era la Protezione civile ad essere responsabile del coordinamento e titolare dei fondi, e dunque ad avere il potere di decidere le attività di ricerca sulle quali concentrarsi. Per il presidente di Ingv Carlo Doglioni la nuova disciplina è solo uno snellimento delle procedure, visto che «semplifica il finanziamento per le attività istituzionali senza sottrarre risorse al Dipartimento e senza minare gli equilibri nei rispettivi ruoli, anzi rafforzandoli». A difesa dell’Ingv si schiera l’Accademia dei Lincei, che sottolinea «l’importanza fondamentale dell’autonomia scientifica». Ma dal Dipartimento diretto da Curcio e sottoposto alla presidenza del consiglio giurano che l’indipendenza di Ingv non è mai stata messa in dubbio e si dichiarano «fermi sostenitori» di un principio «incontestabile». Curcio dal canto suo sostiene che l’emendamento colpisce «il meccanismo di coordinamento degli enti scientifici che trova nel sistema di protezione civile un suo coordinamento», rivendicando l’intuizione del ministro Giovanni Zamberletti, che creò la Protezione civile dopo aver seguito da commissario governativo i terremoti in Friuli nel 1976 e in Irpinia nel 1980, secondo un modello che «da trent’anni rappresenta uno dei motivi della sua efficienza».