La missione concordata tra Organizzazione mondiale della sanità e Pechino perché un gruppo di scienziati dell’Oms potesse recarsi in Cina e studiare quello che a oggi è considerato il focolaio originari della pandemia mondiale, si pianta per un problema che, secondo Pechino, non riguarderebbe solo i visti degli scienziati.

Ieri, di fronte all’insorgere di ostacoli alla missione, il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, in una conferenza stampa ha usato toni poco concilianti con Pechino, forse anche per smentire chi lo vorrebbe particolarmente vicino alla Cina: «Oggi – ha detto – abbiamo appreso che i funzionari cinesi non hanno ancora finalizzato i permessi necessari per l’arrivo della squadra in Cina. Sono molto deluso da questa notizia dato che due membri avevano già iniziato i loro viaggi e altri non sono potuti partire all’ultimo minuto. Sono stato in contatto con alti funzionari cinesi e ho chiarito ancora una volta che la missione è una priorità per l’Oms e il team internazionale».

Da parte sua Pechino fa sapere attraverso le parole della portavoce del ministero degli esteri che «i ritardi della missione in Cina a lungo pianificata degli esperti dell’Oms non dipendono solo da una questione di visti»; in ballo ci sarebbero anche fraintendimenti «sulla data specifica e sull’organizzazione specifica della visita del gruppo di esperti».