Tre ore per votare un solo emendamento. Poi la sospensione di un’ora per sanificare l’aula e infine la ripresa dei lavori con il voto su un secondo emendamento. A ritmo lento, lentissimo, praticamente bloccato dall’ostruzionismo delle opposizioni.

Si presenta particolarmente difficile il cammino del decreto immigrazione in Commissione Affari costituzionali della Camera. Terminate le audizioni, per il provvedimento che sostituisce i decreti sicurezza di Matteo Salvini due giorni fa è cominciato l’esame degli emendamenti con Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia che si sono messi di traverso. Dei 1.500 presentati inizialmente, la maggior parte dei quali del Carroccio, il presidente della Commissione, il pentastellato Giuseppe Brescia ne aveva bocciati 400, salvo poi riammetterne 250 dopo le proteste del destre. Alla fine ne sono rimasti 1.076, ma la battaglia delle opposizioni è soprattutto di principio in difesa dei provvedimenti simbolo dei mesi in cui al Viminale sedeva Salvini.

A proposito di Viminale, ieri la seduta è cominciata con l’audizione della ministra Luciana Lamorgese che ha fatto il punto sul numero di contagi registrati tra i migranti. Ad oggi, ha spiegato, «quelli positivi presenti nelle navi-quarantena sono stati circa il 9%, mentre nei centri di accoglienza straordinaria (i Cas), dove sono presenti 55mila persone, abbiamo l’1,56% di contagi, nell’ex Siproimi, dove ci sono 20mila migranti, sono lo 0,98%. Tutto viene monitorato per garantire la sicurezza dei territori». Per quanto riguarda i controlli di sicurezza e di polizia, Lamorgese ha ricordato che «vengono fatti ogni volta che i migranti arrivano. Se non fanno richiesta di asilo è previsto il foglio di via. ‘Porte girevoli’ vuol dire che i Cpr funzionano solo se abbiamo possibilità di fare rimpatri veloci».

Attualmente nei Centri per i rimpatri sono disponibili 700 posti su un totale di 1.525, motivo per cui il Viminale sta cercando nuove strutture in accordo con le regioni. La ministra ha infine ricordato la proposta avanzata al governo tunisino di una più stretta collaborazione per fermare le partenze dal Paese nordafricano.

L’arrivo in aula del decreto, che scade il 6 dicembre, è previsto per il 23 novembre. Va detto che tra i sicuri motivi di scontro, oltre alle misure sull’immigrazione, c’è un emendamento presentato da LeU con cui si chiede l’identificativo sui caschi di poliziotti e carabinieri.

Tra gli emendamenti che hanno avuto il via libera del governo e dai relatori, uno presentato dal Pd riguarda l’abolizione delle quote massime di stranieri da ammettere nel territorio dello Stato per lavoro subordinato tramite i decreti flussi. Un altro, a firma Laura Boldrini, prevede invece l’estensione del divieto di espellere migranti verso i Paesi dove l’individuo potrebbe subire persecuzioni per motivi di razza, sesso, lingua, cittadinanza, religione, opinioni politiche e condizioni personali o sociali anche a ci potrebbe essere perseguito per il suo orientamento sessuale e all’identità di genere.