Sconfitta storica per la gauche
Elezioni municipali in Francia L'astensione resta altissima al secondo turno e la sinistra perde 151 città di più di 10mila abitanti, da Tolosa a Saint-Etienne, lascia alla destra dei bastioni storici come Limoges o Chambéry. Per consolarsi conquista Lourdes e Avignone, conserva Parigi, Lille e Lione. Grenoble va ai Verdi, alleati del Front de Gauche, contro il Ps. La destra avanza nelle banlieues. Il Fronte nazionale elegge 12 sindaci
Elezioni municipali in Francia L'astensione resta altissima al secondo turno e la sinistra perde 151 città di più di 10mila abitanti, da Tolosa a Saint-Etienne, lascia alla destra dei bastioni storici come Limoges o Chambéry. Per consolarsi conquista Lourdes e Avignone, conserva Parigi, Lille e Lione. Grenoble va ai Verdi, alleati del Front de Gauche, contro il Ps. La destra avanza nelle banlieues. Il Fronte nazionale elegge 12 sindaci
L’astensione-record che ha superato il 36%, confermata al secondo turno delle municipali e più forte a sinistra, ha completato il quadro della sconfitta, la “batosta”, la “sberla”, la “disfatta storica” che non ha precedenti nella V Repubblica per un partito al governo: la sinistra perde 151 comuni di più di 10mila abitanti, la destra ne conquista 142. Alla gauche resta la conquista di Lourdes per consolarsi, assieme a quella di Avignone (ma dove l’opposizione è ormai dominata dal Fronte nazionale) o, per il simbolo, Verdun. Oltre a Parigi, isola che resiste nella sconfitta, grazie a una composizione sociale particolare, più colta, meno impaurita verso il futuro.
L’estrema destra ha eletto il sindaco in 12 comuni, oltre a Hénin-Beaumont, dove ha vinto al primo turno (come a Orange, che ha confermato il sindaco ex Fn), c’è una città media come Fréjus nel sud, Mantes-la-Ville nella regione parigina. Il Fronte nazionale arriva in testa nel settimo settore di Marsiglia, quello dei quartieri Nord, i più popolari, con 150mila abitanti; un ex sindacalista Cgt è sindaco di estrema destra a Hayange, in Lorena, nel cuore della valle mineraria della Fench, dove gli altiforni sono ormai chiusi (e dove già al primo turno la sinistra aveva perso Florange a favore di un sindaco di destra). La sinistra perde grandi città, come Tolosa, Reims, Saint-Etienne, Angers, Caen, Amiens, Limoges (che era socialista dal 1912), Chambéry (a sinistra da 25 anni). Abbandona dei bastioni storici, come Pau, La Roche-sur-Yon, Nevers, Conflans-sans-Honorine (l’ex feudo di Michel Rocard), Belfort, Dunkerque che aveva lo stesso sindaco Ps da 25 anni, Quimper. Parigi resta a sinistra, ma nella regione parigina c’è aria di sconfitta, più di trenta comuni passano a destra, togliendo alla gauche il controllo del futuro agglomerato amministrativo “Grande Parigi”, che vedrà la luce nel 2016. Stesso destino per le strutture amministrative metropolitane (che associano vari comuni) a Lille o Lione, dove i sindaci socialisti, Martine Aubry e Gérard Collomb, conservano la guida del comune. La sinistra ha evitato la sconfitta anche a Strasburgo, Metz, Auxerre, Dijon.
Il Pcf conta le sconfitte negli ex bastioni della banlieue rouge di Parigi: perde a favore della destra Bobigny, che governava da mezzo secolo, Saint-Ouen, Villejuif, la città di Georges Marchais. In pochi casi, il comune va ai socialisti, come a Bagnolet, mentre il Pcf porta via al Ps Aubervilliers, ma il grosso va a destra. Nel Nord deindustrializzato la destra vince nelle cittadine operaie di Roubaix e Tourcoing. Cosi’ come a Aulnay-sous-bois nella regione parigina, la città dove ha chiuso la grande fabbrica Peugeot.
A Grenoble, i Verdi eleggono il primo sindaco in una grande città (160mila abitanti), in alleanza con il Front de Gauche, sfidando il Ps e dando inizio a una nuova formula a sinistra. A Saint-Denis, a Montreuil, a La Rochelle sono dei dissidenti a sinistra a vincere contro i candidati degli apparati. A Parigi è stata confermata la giunta di sinistra, con una forte presenza dei Verdi: la capitale avrà una donna come sindaco, Anne Hidalgo, nata in Spagna, naturalizzata francese all’età di 12 anni, figlia di una famiglia di repubblicani immigrati. Ma la sinistra perde un arrondissement (il IX) rispetto all’ultimo mandato, lasciando la capitale spaccata in due in senso verticale, a ovest la destra maggioritaria, nei quartieri più popolari dell’ est la sinistra.
La sconfitta della sinistra non si ferma alle municipali. Il 25 maggio ci sono le europee, dove il Fronte nazionale punta ad essere il primo partito e a trasformare il voto in un referendum contro l’Europa e contro il governo. A settembre il voto di oggi avrà una conseguenza nefasta al Senato, facendo perdere la maggioranza, già debole, alla sinistra (al Senato il voto è indiretto in Francia). Il prossimo anno ci sono le regionali e la sinistra non potrà che perdere, qualunque cosa succeda, visto che controlla 21 regioni su 22.
Domenica sera, l’ancora primo ministro, Jean-Marc Ayrault, ha ammesso “la sconfitta per il governo e la maggioranza”, e la sua “parte” personale di responsabilità. Il “socialismo municipale”, costruito negli ultimi dieci anni dallo stesso Hollande quando era segretario del Ps, è crollato, lasciando un campo di rovine e molte personalità senza più legami con il territorio. Ayrault ha parlato delle “sofferenze” e delle “frustrazioni” di parte dei francesi, a cui il governo non saputo rispondere. La disoccupazione che non diminuisce (un aumento di 31mila senza lavoro solo a febbraio), le fabbriche che chiudono, la mancanza di prospettive chiare per il futuro, la confusione nelle proposte politiche del governo, sono tutti ingredienti che hanno influito sul voto, che da locale ha assunto un significato nazionale, malgrado gli sforzi dei socialisti per limitarne la portata.
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento