Presidi e cortei nel giorno dello sciopero generale nazionale proclamato da Cub, Sgb, Si-Cobas, Usi-Ait, Usi e Sisa. «La salute non è d’acciaio. Riconversione» era uno degli striscioni del corteo a Taranto sull’Ilva. Nello striscione Flmu Cub la scritta «Per un vero cambiamento chiusura delle fonti inquinanti, risanamento e riconversione».

A Torino il corteo è stato aperto dagli striscioni «Prima gli sfruttati» e «Non abbiamo governi amici». Insieme ai sindacati di base hanno sfilato No Tav, il centro sociale Askatasuna e Rifondazione Comunista. I ciclofattorini hanno organizzato una «critical mass» per manifestare contro le condizioni dei lavoratori del food delivery. I rider hanno acceso fumogeni e hanno lanciato uova contro la sede di una cooperativa legata a Foodora. Durante il corteo numerosi gli slogan contro il vicepremier Luigi Di Maio che «parla, parla però non muove un dito». A Firenze un fantoccio che rappresentava il ministro dell’Interno Matteo Salvini è stato buttato nell’Arno durante un corteo con forte partecipazione studentesca «contro il razzismo e il sessismo», organizzato da Si Cobas, Collettivo antagonista studentesco e Collettivo femminista studentesco «Spine nel fianco».

Adesioni fino al 100% allo sciopero unitario Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl Taf e Fast Confsal degli addetti ai servizi ferroviari in appalto di pulizia dei treni e delle stazioni, di pulizia e ristorazione. «Ora spetta al ministero del lavoro il compito di risolvere strutturalmente la questione degli ammortizzatori e della validazione delle tabelle del costo del lavoro». Sono a rischio 2 mila addetti su 10 mila.