«Oggi si è fatto un altro passo in avanti, al quale seguiranno certamente altre giornate di lotta e se non basterà ancora altre». Questo il monito lanciato dal SI Cobas, dopo la terza tornata di sciopero nazionale contro Gls Enterprise. Protagonisti i lavoratori di tredici magazzini italiani, schieratisi contro l’azienda che gestisce la distribuzione delle merci per la multinazionale della logistica.
Driver e magazzinieri hanno infatti scioperato per ottenere il riconoscimento formale delle organizzazioni sindacali e per conquistare migliori condizioni economiche e contrattuali per entrambe le figure professionali.
I lavoratori hanno poi criticato e messo in evidenza il rifiuto da parte dell’azienda di avviare «un confronto diretto per la definizione di condizioni uniformi tra i vari appalti attraverso intese di carattere nazionale».
Duro e senza fronzoli anche l’attacco nei confronti delle sigle confederali, accusate di aver abbandonato gli operai e di «essere complici del sistema di caporalato».
Altro aspetto fondamentale della protesta è stato poi quello di dimostrare come Gls Enterprise non possa pensare o sperare di muoversi indipendentemente dal comparto della logistica.
Dopo la giornata di sciopero, i lavoratori dei magazzini italiani hanno segnalato l’importanza della loro protesta, spiegando la necessità di un’azione compatta: «La lunga giornata di oggi – si legge sempre nel comunicato – ci ha permesso innanzituttodi compattare il fronte dei lavoratori in tutta la penisola, coordinando questo nostro attacco al gigante britannico che nei fatti deve prendere atto della reale rappresentanza dei lavoratori».