L’inchiesta sul sistema Romeo ieri è tornata alla casella iniziale: la procura di Napoli ha disposto quattro arresti domiciliari, otto sospensioni dai pubblici uffici e due divieti temporanei di esercitare attività professionali, 16 in totale gli indagati per tre filoni investigativi che ruotano intorno all’imprenditore Alfredo Romeo, sotto processo a Roma per l’inchiesta Consip, che coinvolge il padre dell’ex premier Matteo Renzi e il ministro Luca Lotti. Le indagini erano partite da Napoli, dall’appalto per le pulizie all’ospedale Cardarelli vinto da Romeo nel 2014: la procura sospetta che ci sia stata l’infiltrazione del clan Lo Russo e comincia a investigare. L’imprenditore, scarcerato lo scorso agosto, è finito ieri ai domiciliari per otto ipotesi di corruzione. Domiciliari anche per l’ingegnere Ciro Verdoliva: il direttore generale del Cardarelli deve rispondere di corruzione e abuso d’ufficio.

Stessa sorte anche per Giovanni Annunziata: ex direttore generale dell’ufficio Patrimonio del comune di Napoli, è accusato di aver confezionato un dossier contro il sindaco Luigi de Magistris, alla vigilia della campagna elettorale del 2016. De Magistris nel 2011 decise di non rinnovare l’appalto a Romeo per la gestione del patrimonio comunale, l’ipotesi dell’accusa è che a chiedere all’imprenditore il dossier sia stato l’ex sindaco Antonio Bassolino. Gli uffici tecnici comunali si sarebbero messi a disposizione anche per favorire il suo albergo, l’Hotel Romeo. Indagati anche Rossella Pesoli, funzionaria della soprintendenza di Roma: avrebbe fornito pareri favorevoli relativi a un immobile di pregio in via Ripetta, da trasformare in albergo. Ed Emanuele Caldarera: direttore generale per la manutenzione degli edifici giudiziari a Napoli, avrebbe sbloccato delle fatture della Romeo Gestioni in cambio dell’assunzione della figlia.

L’indagine comincia al Cardarelli. Romeo si aggiudica la gara, il Responsabile unico del procedimento è Verdoliva. La procura riceve una segnalazione e mette sotto indagine l’imprenditore. Si muove anche l’Anac, che contesta ai manager dell’ospedale di aver «reso dichiarazioni non veritiere» e poi relaziona: l’appalto di 74 milioni viene aggiudicato grazie a un ribasso anomalo di 20 milioni; alla società viene poi assegnata una maggiorazione di 400 mila euro in fase di stipula del contratto; l’azienda si vede pure riconoscere fatture extra appalto per 200 mila euro al mese per lavori straordinari. Pagamenti che hanno fatto lievitare il costo del servizio.

Il governatore Vincenzo De Luca nel 2016 promuove Verdoliva da manager a direttore generale del Cardarelli. Dal 2009 l’ingegnere è commissario dell’Ospedale del Mare, un progetto che ha già ingoiato 400 milioni di euro: lo scorso febbraio De Luca gli ha rinnovato l’incarico affidandogli ulteriori 178,11 milioni per arrivare all’apertura della struttura entro dicembre. Eppure l’inchiesta sul Cardarelli era già esplosa. Secondo gli investigatori, l’ingegnere «è vicino a vari appartenenti alle forze dell’ordine e dipendenti della procura di Napoli», grazie a queste relazioni si sarebbe mosso con disinvoltura nella gestione degli appalti. Informato di essere sotto indagine, Verdoliva avrebbe prodotto contratti «posticci» per sanare le irregolarità. Ma per l’appalto Romeo è lo stesso imprenditore che mette a punto la strategia con il suo consigliere, Italo Bocchino, che spiega: «Una delle ipotesi potrebbe essere quella di chiedere appuntamento al questore di Napoli e dire io sono andato a fare il moralizzatore di una situazione compromessa e poi non mi trovo le forze dell’ordine dalla mia parte ma anzi finiscono a sindacare il lavoro che faccio».

Attacca il deputato 5Stelle Luigi Gallo: «La scorsa settimana abbiamo depositato una risoluzione in commissione Affari Sociali che denuncia i conflitti d’interesse di Verdoliva. Abbiamo sempre criticato la norma ad personam proprio per De Luca, che concentra nelle mani dei governatori super poteri in Sanità senza un adeguato controllo sul loro operato».