«Nei passaggi decisivi della legge Zan i voti di Italia Viva non sono mai mancati. Mai. E sono convinto che non mancheranno in futuro». Ivan Scalfarotto, sottosegretario all’Interno in quota Italia viva, storico attivista per i diritti lgbt, vive questi giorni difficili per la legge contro l’omofobia con preoccupazione.

Il suo capogruppo in Senato, Davide Faraone, e anche la ministra per la Famiglia Elena Bonetti aprono a un tavolo con il centrodestra per un’intesa sulla legge. È d’accordo?

Faraone sta cercando, in buona fede, di allargare la base dei consensi per proteggere la legge visto che, a differenza delle unioni civili, stavolta il governo non potrà mettere la fiducia e che il passaggio in Senato sarà pieno di insidie. Capisco l’intenzione, ma non condivido: è un gesto di buona volontà che non porterà ad alcun risultato.

Perché?

La destra, con i vari Pillon, vuole solo perdere tempo e su un argomento come questo- lo dico da riformista che si è spesso cimentato nelle mediazioni- non è possibile alcuna forma di compromesso. Loro vogliono solo affossarla, non vogliono alcuna legge contro l’omobitransfobia. Su temi come questo, le unioni civili, l’aborto, la spaccatura è insanabile: o stai da una parte o dall’altra. Con Lega e Fdi si perde solo tempo prezioso.

L’ha detto ai suoi colleghi di partito?

Sanno bene come la penso, tra noi c’è una differenza sulla tattica parlamentare, non sulla volontà di portare a casa la legge Zan.

Trattare con questa destra non è solo una tattica parlamentare. Significa essere disponibili a modificare il testo.

E infatti questo non può e non deve accadere. Il testo di Ronzulli di Forza Italia finisce per indebolire la legge Mancino, altre ipotesi prevedono di eliminare il passaggio sull’identità di genere, lasciando così scoperte le persone transessuali, quasi un invito alla loro discriminazione che io stesso non potrei mai votare. Se cambi troppo rischi di perdere i voti di sinistra, la legge Zan deve passare così, altrimenti è morta: è già stata frutto di tanti compromessi alla Camera.

Il Pd accusa voi renziani di aver mollato la legge Zan dopo averla votata alla Camera.

Dico di più, abbiamo contribuito a scriverla e l’ abbiamo votato in modo convinto.

E adesso?

Voci critiche sono presenti non solo a destra. Penso ad Arcilesbica, ad alcune femministe, a esponenti Pd come Valeria Valente e Aurelio Mancuso. E così tra i nostri senatori. Diciamo che le posizioni di Iv hanno coperto il dibattito negli altri partiti. Noi renziani abbiano l’abitudine di offrire il petto alle polemiche, almeno stavolta avremmo potuto evitare…

Teme una marcia indietro di Iv?

Nessuna marcia indietro, quando sarà il momento di votare per il passaggio in aula ci saranno i nostri voti, lo garantisco.

Monica Cirinnà sostiene che stiate facendo il doppio gioco.

Fa un errore gravissimo ad alzare polemiche. Il compito nostro, di chi si batte per i diritti, è conquistare i voti dei dubbiosi, pallottoliere alla mano. C’è da fare un grande lavoro politico, non credo che randellare i senatori di Iv porti acqua al mulino. Anzi, lo escludo.

Nel Pd tutti dicono che seguiranno la Linea di Letta: si vota questo testo.

Sì, ma ci sono i voti segreti, previsti proprio per lasciare i parlamentari liberi dai loro leader su alcuni temi. È il Pd non è certo un monolite.

Però il tema politico c’è: la legge Zan come vittima della rottura tra Iv e i giallorossi con la caduta di Conte.

Ripeto, i nostri voti non sono mai mancati, penso a quando in commissione Giustizia è stato deciso l’incardinamento della legge. Per ritrovare un’intesa nella vecchia maggioranza del Conte 2 bisogna rimboccarsi le maniche, invece a volte fare le vittime e cercare nemici è più facile che lavorare per l’obiettivo comune.

Scalfarotto, in Sicilia e Calabria Iv sta già lavorando ad accordi con il centrodestra. Esclude che un boicottaggio della legge Zan faccia parte di un pacchetto per avvicinarsi a quello schieramento?

Guardi, i nostri elettori sono al 90% a favore della legge. Escludo che tentativi di intese locali possano coinvolgere il nostro gruppo, che è composto da senatori di tutta Italia. Perché mai un piemontese dovrebbe boicottare la Zan per un accordo in Calabria? E poi scusi: non mi pare questo un argomento su cui cementare un’alleanza politica.

Faraone in Sicilia è un notabile di peso ed è capogruppo in Senato.

Parliamo di un uomo molto impegnato nel sociale, che possa speculare sui diritti e sul dolore delle persone mi pare fuori dal mondo.