M. Mitigare la paura, addomesticarla come fosse un uccellino spaventato: darle da bere, accarezzarla con cautela, rimpicciolirla, trasformarla in ansia, poi in agitazione, infine neutralizzarla a semplice preoccupazione. Metodi a piacimento.
«Mamma, Cicco mi tocca, toccami Cicco che mamma non vede…». Quanto manca «Mio cugino»! «Mother, do you think they’ll drop the bomb?» (Mother, Pink Floyd, 1979).
Melodiosamente mescolare malattia e mitezza, malagrazia e misticanza, creare misture per assonanze più che somiglianze, cercare l’ago nel pagliaio e l’aglio nell’agliaio. Trovare miracoli nel gorgo infido dei calzini sporchi di un figlio adolescente.

Manca sempre qualcosa. Provare nostalgia, mancanza, fejjoada, no, come si dice la parola portoghese, uffa, la parola romantica per descrivere la mancanza non come atroce punizione cattolica brulicante vermi e Dante, quanto il morbido torpore un po’ sensuale di desiderare qualcosa che non è con noi. Oggi si prova saudade anche per se stessi.