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Sardegna, Solinas prepara l’assalto alle coste dell’isola

Sardegna, Solinas prepara l’assalto alle coste dell’isola

La Regione approva il nuovo piano casa: consentito un aumento delle cubature fino al 50% dell’esistente e a due passi dal mare

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 13 gennaio 2021

È la rivincita dei signori del cemento. Incrementi volumetrici fino al 50 per cento per le strutture turistico ricettive lungo la fascia costiera oltre i trecento metri dal mare, cessione dei crediti e persino riapertura delle lottizzazioni convenzionate in zone F (turistiche), utilizzo edilizio residenziale di seminterrati e pilotis, permanenza in spiaggia di strutture per la balneazione durante tutto l’anno anche se alterano la bellezza dei luoghi.

Questo è in sintesi il Piano casa proposto dalla giunta guidata da Christian Solinas che entro questa settimana sarà approvato dal consiglio con i voti della maggioranza Lega, Forza Italia e Partito sardo d’azione che governa la Sardegna. L’aumento delle cubature è consentito sino al 50% dell’esistente ed è così ripartito: il 25% riservato all’adeguamento delle camere a standard internazionali, il 15% all’incremento del numero delle stanze, il 10% al miglioramento del livello di classificazione della struttura ricettiva. In alternativa a ognuno di questi tre punti, è permesso, ma sempre fino al 50% dell’esistente, anche l’ampliamento delle hall degli alberghi e degli spazi comuni nelle comunità alloggio in strutture socio-sanitarie. Nel testo uscito dalla commissione urbanistica del consiglio quest’ultima misura era motivata con riferimento all’emergenza Covid-19, poi eliminato in aula. Sempre fino al 50% dell’esistente, è previsto un ulteriore aumento di volumi del 10% così diviso: il 5% se l’intervento determina efficientamento energetico, il 3% se si realizzano tetti verdi o giardini verticali, il 2% se l’intervento includa soluzioni per il riutilizzo delle acque meteoriche e reflue. Per destagionalizzare i flussi turistici, la legge dà inoltre la possibilità di chiudere le verande degli hotel con elementi amovibili per non più di 240 giorni e sono consentite le coperture delle piscine sempre con strutture amovibili. Via libera anche alla compravendita di crediti volumetrici tra strutture non distanti tra loro più di trecento metri. Possibile infine il recupero con incremento volumetrico dei sottotetti esistenti dei seminterrati, dei piani pilotis e dei locali al piano terra.

INSOMMA, una raffica di misure che di fatto smantellano il sistema di tutela delle coste e del territorio garantito dal Piano paesaggistico che la Sardegna si è data nel 2006. I signori del mattone tornano ad avere mano libera. È quanto denunciano Legambiente, Italia Nostra, Wwf, Lipu e Fondo ambiente, che bocciano duramente il piano casa sardo leghista, sottolineando come la legge voluta dalla maggioranza di centrodestra, oltre ad essere in contrasto con le più recenti iniziative della Commissione europea, vada a smontare, oltre che il Piano paesaggistico, anche la legge urbanistica regionale del 1989, dando così semaforo verde ad una colata indiscriminata di cemento in un territorio fragile e a rischio idrogeologico, come dimostra l’alluvione che ha colpito lo scorso 28 novembre il comune di Bitti oppure il ciclone Cleopatra a Olbia del 2013. Gli ambientalisti sostengono che il Piano casa sia anticostituzionale e chiederanno al governo che la legge appena approvata sia impugnata e rinviata davanti alla Consulta. «Ricordiamo – dicono Legambiente, Wwf, Lipu e Fai – che solamente pochi mesi fa un tentativo illegittimo e maldestro della Regione Sardegna di aggirare il Piano paesaggistico con una norma fantasiosa di interpretazione autentica delle norme di tutela è stato impugnato dal governo dinanzi alla Corte costituzionale. Ci auguriamo che anche quest’ultimo assalto abbia la medesima risposta negativa e dura dalle istituzioni nazionali».

PARTITO DEMOCRATICO, Leu, Campo progressista e Movimento Cinque Stelle cercano invano di bloccare l’approvazione del Piano casa: «La legge – dice Massimo Zedda, leader della coalizione di centrosinistra che alle ultime regionali si è battuta con Solinas – serve ad aggirare gli strumenti urbanistici vigenti, a violare le norme che affidano ai Comuni la pianificazione urbanistica, a cementificare le campagne con danni gravi allo sviluppo agricolo. Poi alcuni passaggi vergognosi: il via libera all’abitabilità nei seminterrati è quanto di peggio possa essere previsto in legge. Senza uno studio puntuale dei territori si mette a rischio la sicurezza delle persone: i sardo leghisti non considerano i cambiamenti climatici, non ragionano sul fatto che i problemi legati al clima potrebbero interessare un domani zone oggi considerate esenti da rischio. E c’è anche la possibilità di perdere ingenti finanziamenti, perché il Piano casa va contro i criteri e le direttive europee sul non consumo del suolo, sulla salvaguardia dell’ambiente e sullo sviluppo delle zone interne».

Alla voce di Zedda si aggiunge quella di Gianfranco Ganau, capogruppo del Pd in consiglio: «Quella presentata dal centrodestra è una legge che di fatto crea una totale deregulation urbanistica. Compromette fortemente l’agro consentendo edificazioni ad uso residenziale anche a chi non è conduttore agricolo su un lotto minimo di un ettaro. Consente l’uso residenziale dei semi interrati in barba ai rischi di carattere idrogeologico. Si inventa una cessione dei crediti volumetrici da aventi diritto a terzi anche non aventi titolo. Insomma, una legge che mette in campo milioni di metri cubi creando un danno inestimabile alla qualità urbanistica e ai beni naturalistici ed ambientali della Sardegna».

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