Mario Puddu, ex sindaco di Assemini, attuale coordinatore del Movimento 5 Stelle in Sardegna e candidato governatore alle prossime regionali è stato condannato a un anno per abuso d’ufficio. Il gup del Tribunale di Cagliari  Roberto Cau ha accolto la richiesta del pubblico ministero Marco Cocco. I fatti risalgono al 2015 quando tre consigliere pentastellate dissidenti, poi espulse, presentarono un esposto contro l’allora sindaco, nel quale lo accusavano di aver ideato una pianta organica del Comune di Assemini in modo tale da demansionare una dipendente – costituitasi parte civile – a vantaggio di altre due, non indagate.

Puddu – presente in aula al momento della sentenza – è uscito scosso e ha rilasciato soltanto qualche battuta.

«La sentenza – ha commentato Puddu – mi amareggia perché io continuo a ritenere di avere fatto il mio dovere, nell’esclusivo interesse dei cittadini. Nonostante la condanna sia di natura ben diversa da quelle cui siamo stati purtroppo abituati vedendo in questi anni chi ci amministra e chi ci governa, è però fondamentale levare immediatamente da ogni imbarazzo la forza politica che amo e in cui credo fortemente». «In queste settimane – ha aggiunto – vediamo tutti le immagini dei tavoli di centrodestra e centrosinistra che si stanno riunendo per provare a trovare un candidato alla presidenza della Regione: pieni di politici che nonostante indagini per reati anche pesanti e condanne in primo grado, sono sempre lì, senza alcun ritegno. Invece la forza del Movimento 5 Stelle è la forza dell’onestà e della trasparenza, del rispetto dei cittadini che viene prima di qualunque altra cosa. Il Movimento 5 Stelle è diverso. Non facciamo come gli altri. Perciò ritiro la mia candidatura alla presidenza della Regione Sardegna. Troveremo un altro candidato».