Il Consiglio straordinario dei ministri degli esteri della Ue ha approvato ieri sera delle sanzioni contro l’Ucraina: congelamento degli averi dei principali responsabili della repressione e blocco dei visti. Catherine Ashton, l’Alta rappresentante per la politica estera, ha precisato che a questa batteria “classica” si aggiunge la proibizione delle licenze di esportazione in Ucraina di armi e materiale di repressione, dai lacrimogeni ai manganelli, passando per i cannoni ad acqua (una misura indispensabile, visto che molti paesi Ue esportano questo tipo di prodotti). Intanto, la missione a Kiev dei tre ministri degli esteri del “triangolo di Weimar” – il francese Laurent Fabius, il tedesco Frank-Walter Steinmeier e il polacco Rodoslaw Sikorski – è prolungata ad oggi. Ieri, anche la Russia ha inviato un rappresentante a Kiev, su domanda del presidente ucraino. Una delegazione del Parlamento europeo sarà anch’essa a breve sul posto.

Ieri mattina, i tre ministri degli esteri hanno incontrato per 5 ore al palazzo presidenziale il presidente Viktor Yanukovich, un po’ in ritardo perché in mattinata erano circolate voci su un possibile annullamento dell’incontro “per ragioni di sicurezza”.  In serata, i tre ministri hanno ricevuto nella sede dell’ambasciata Ue i principali leader dell’opposizione. L’obiettivo della missione a Kiev è trovare una Road Map, per riportare la calma, fermare l’escalation di violenza inaudita in corso e in prospettiva arrivare a una riforma della costituzione e ad elezioni libere. La Ue è chiamata in causa, perché la crisi è iniziata nel novembre scorso, dopo il fallimento dei negoziati in vista di una trattato di associazione dell’Ucraina con Bruxelles. Ma ha poco da offrire all’Ucraina: non finanziamenti che possano sostituire gli aiuti russi né tantomeno una prospettiva di adesione alle Ue, di cui molti paesi, tra cui la Francia, non vogliono sentir parlare.

Nel pomeriggio, i ministri degli esteri europei si sono riuniti in emergenza a Bruxelles. Le sanzioni sono considerate uno strumento di pressione sul regime. Da Mosca, il ministro degli esteri Serguei Lavrov ha di nuovo condannato con forza la minaccia di sanzioni Ue, definita un “tentativo di intimidazione”. Fabius, Steimeier e Sikorski, che erano attesi a Bruxelles per il Consiglio straordinario sull’Ucraina, sono pero’ rimasti a Kiev e dovrebbero presentare oggi un rapporto sulla situazione. Fino a ieri, molti paesi erano ancora reticenti a ricorrere alle sanzioni, uno dei principali strumenti di politica estera della Ue, utilizzato dagli anni ’80 una trentina di volte, contro stati o organizzazioni (dall’Iraq alla Costa d’Avorio alla Corea del Nord o Al Quaeda). Ma dopo le informazioni sulla feroce repressione di ieri, il ricorso alle sanzioni è stato varato contro chi “ha del sangue sulle mani”. L’Europarlamento, del resto, la vigilia aveva già votato in questo senso, con l’approvazione di tutti i principali gruppi politici.

La Ue cerca di evitare lo scontro frontale con la Russia. Ieri, Angela Merkel, che ha di nuovo condannato “con forza la recente escalation di violenza”, ha telefonato al residente Yanukovich e gli ha “fortemente consigliato” di accettare l’offerta della Ue per “sostenere un dialogo tra governo e opposizione”. Per Merkel “tutte le parti devono immediatamente prendere le distanze dalla violenza e mettere in atto il cessate il fuoco”, anche se la “responsabilità principale da questo punto di vista è della direzione dello stato”. Prima della riunione di Bruxelles, il ministro degli esteri del Belgio, Didier Reynders, ha affermato: “spero in una collaborazione con i colleghi russi, poiché senza questo ci saranno ancora rischi di derive”. La stessa posizione è stata manifestata dal ministro olandese, Franz Timmermans: “abbiamo responsabilità comuni con la Russia per la stabilità sul nostro continente”. Timmermans è andato anche oltre, ricordando che “anche dal lato dell’opposizione ci sono gruppuscoli radicali responsabili di violenze”. A Londra, il segretario di stato agli affari europei, David Lidington, ha convocato l’ambasciatore dell’Ucraina per condannare l’ “intervento inaccettabile” delle forze dell’ordine contro “manifestanti pacifici”.