«Questo festival ha una natura tentacolare, in trasformazione continua». Con queste parole i direttori artistici Daniela Nicolò e Enrico Casagrande, ovvero i Motus, hanno presentato il programma del festival di Santarcangelo che si svolgerà dall’8 al 18 luglio. Sarà l’ultimo atto della celebrazione per i 50 anni dello storico appuntamento votato alla sperimentazione teatrale. Il tema di quest’anno è un approfondimento di quanto elaborato l’estate scorsa, con il focus che si è spostato dal superamento dei generi ai rapporti interspecie. La messa in discussione della relazione con il pianeta che ruota intorno alla nozione di antropocene spinge infatti all’abbattimento di ulteriori barriere. Donna Haraway, Mark Fisher, Bruno Latour sono alcuni degli autori che vengono citati come riferimento di una costellazione che vede nel mutamento e nelle alleanze due temi cardine.

UN APPROCCIO teorico che si riversa nelle scelte artistiche, a partire dalla proposta internazionale dove sono state favorite artiste provenienti dal Sudamerica e da Paesi extraeuropei che si interrogano su questioni affini: Amanda Piña con Climatic Dances esplora il modo in cui le nozioni legate alla terra sono cambiate nel corso del tempo; Manuela Infante propone una rilettura critica in chiave femminista delle Metamorfosi di Ovidio; Gabriela Carneiro da Cunha dà voce alla polifonia di esseri viventi che la diga di Belo Monte in Brasile rischia di distruggere. Anche Ermanna Montanari con MADRE è in linea con questo percorso con uno spettacolo che denuncia le violente politiche estrattive.

C’È POI LA SEZIONE del programma chiamata Interzone che insiste sui progetti che ibridano linguaggi differenti. Qui troviamo Romeo Castellucci con Il Terzo Reich, un film-performance sul totalitarismo del linguaggio; Deflorian/Tagliarini che presentano la prima di tre opere ispirate a Ginger&Fred di Fellini; il ritorno della compagnia catalana El Conde de Torrefiel e la regista Marie Losier che creerà un set dove riprenderà con la sua 16mm il pubblico che vorrà essere protagonista del suo nuovo film. Il cinema in effetti sarà presente al festival in diverse forme: sabato 10 luglio all’interno di una maratona organizzata da Filmmaker Festival verrà presentato La città del teatro, film girato da quattro giovani registi a Santarcangelo la scorsa estate. Ci saranno poi le proiezioni itineranti del pulmino ad energia solare Cinema du Desert, una delle quali si svolgerà nel campo di Mutonia dove si celebreranno i trent’anni della permanenza della comunità cyberpunk con lo spettacolo-concerto GHOST di 16 artisti belgi. Altra location inusuale — ma quest’anno lo sconfinamento tra spazi cittadini e luoghi naturali sarà una costante — è quella della performance Grand Bois di Fanny&Alexander e Bluemotion, dove il 9 luglio percussionisti e cantanti si esibiranno sui tetti del centro storico. A chiudere il programma la nutrita sezione dedicata alle opere prime Begin Anywhere, gli appuntamenti ad ingresso gratuito che animeranno la piazza principale tra cui la non-scuola del Teatro delle Albe, i concerti curati da Chris Angiolini tra pop, avanguardia e musica elettronica.

INFINE, il progetto più sperimentale dell’edizione, che incarna lo spirito della direzione artistica dei Motus e che vuole essere una risposta al lungo periodo di isolamento che abbiamo vissuto: How To Be Together, curato da Chiara Organtini, sarà un campo temporaneo, un eco villaggio abitato da 50 artisti e studenti insieme ad alcuni «facilitatori». Costituiranno cinque gruppi di ricerca che indagheranno, nella concretezza dell’abitare uno spazio e un tempo comuni, il tema delle relazioni. Una spinta che pervade l’intero festival e di cui, dopo mesi passati davanti agli schermi, c’è veramente bisogno.