Un uomo in una lussuosa stanza d’albergo ordina al telefono qualcosa da mangiare e poi in aggiunta chiede una piastra per waffle. Se qualcuno conoscesse la breve sinossi di Sanctuary, opera seconda di Zachary Wigon presentata al Festival di Toronto e ora in concorso alla Festa del Cinema di Roma, potrebbe equivocare e immaginare che quell’oggetto possa servire al protagonista per dolorose e intense pratiche sessuali. Non è così. È uno dei numerosi tranelli che il regista statunitense e lo sceneggiatore Micah Bloomberg hanno elaborato per gli spettatori. Il film, girato prevalentemente in una stanza, con Margaret Qualley e Christopher...