«San Donat aiutm tu, stù fii mi te la capa che fa su e giù» (San Donato aiutami tu, mio figlio ha la testa che fa su e giù), «San Donat, fiim te la coccia che gir’ ma na trottol», (San Donato, mio figlio ha la testa che gira come una trottola), «San Donat, aiutac, senz d’ te semm piers», (San Donato, aiutaci, senza di te siamo perssi). Queste solo alcune suppliche che ho registrato negli ultimi 45 anni in indagini etnografiche, assistendo nei diversi Santuari dedicati al culto di questa santo, a decine e decine di implorazioni che le classi popolari contadine e non, dedicano al santo per la guarigione dei figli colpiti da crisi epilettiche. A Cansano (AQ), una contadina (D.G.F.), classe 1934, mi raccontava questo episodio avvenuto circa 20 anni fa. Un pastore del luogo stava imprecando presso la chiesetta dedicata a San Donato, poco dopo stramazzava al suolo preso da crisi epilettiche, i parenti immediatamente implorarono il santo per la guarigione e l’uomo guarì: questo per dire come la devozione al culto sia molto forte. Tra agosto e settembre nel centro meridione – soprattutto in alcuni paesi d’Abruzzo e Molise – il culto dedicato al santo assume una presenza magico-religiosa non mutuata dal tempo. Nella fine degli anni settanta assistemmo nel Molise a Cercepiccola, ad una ritualità profonda e commovente che meravigliò il grande etnologo scomparso Vittorio Lanternari che accompagnammo per l’occasione. Nella cultura popolare l’epilessia viene comunemente definita, mal di luna, mal caduco, mal sacro e soprattutto male di San Donato. Nel sud Italia, le manifestazioni improvvise di crisi epilettiche, venivano attribuite dalle classi sbalterne alle fasi lunari, quindi ancora oggi esse sono convinte che chi è posseduto da queste convulsioni, abbia poteri magico apotropaici. La luna ha avuto nei secoli molta influenza sulle classi contadine, anche in agricoltura. Fino a qualche tempo fa l’epilettico veniva considerato persona posseduta dal demonio e nel corso degli anni abbiamo potuto constatare che l’alternativa alla cura di questa malattia spesso non è la medicina farmacologica, ma andare annualmente ad implorare il santo e chiederne la grazia. Ancora oggi ci sono dei luoghi dove la partecipazione popolare è ancora alta, dai paesi limitrofi il pellegrinaggio rappresenta una devozione ed una credenza al santo antistregonico, che nella iconografia popolare viene rappresentato con la sua gibbosità, il crescente lunare ed il numero 13. Dove il culto è molto forte, soprattutto a Castel di Ieri, Celenza sul Trigno in Abruzzo e Cercepiccola nel Molise, si vedono ancora amuleti per sconfiggere il male di San Donato. Ma chi era questo santo da meritare un culto così vasto e immutato nel tempo? Vescovo e martire, subì la morte mediante decapitazione, quindi metaforicamente per analogia, viene attribuito il potere di difendere la perdita della testa.
Una volta folle imponenti trascinavano i propri parenti dai volti stralunati, spesso bambini dai volti assenti, che lo psichiatra Giovanni Jervis definiva crisi della presenza e della coscienza; e praticavano il rituale magico religioso della pesatura e della svestizione, che consisteva mettere il malato su un piatto di una bilancia di legno e sull’altro piatto sacchi di grano per l’equivalente del peso: tanto grano, tanto peso. Un pastore di Roccamandolfi (IS), dove vi è una Chiesa dedicata al santo, tempo fa mi diceva che il rito della pesatura si effettuava normalmente fino alla fine degli anni sessanta, ma poi la Curia locale abolì queste forme di paganesimo. Il rito viene praticato a Cercepiccola (CB), con la rievocazione simbolica della pesatura paraliturgica, ovvero l’offerta da parte dei fedeli di grano e denaro che veniva effettuata e quantificata in base al peso della persona; ognuno metteva un piede sulla bilancia rudimentale e in base al proprio peso veniva stabilita la quantità di grano o denaro da offrire, in cambio i fedeli ottenevano la benedizione e una sorta di protezione contro gli attacchi di epilessia. Il rito della svestizione ha lo stesso concetto magico apotropaico della pesatura ed avveniva togliendo gli abiti all’epilettico davanti al santo, quindi metaforicamente svendendo le sue sofferenze per una nuova fisicità rinnovata. In molti centri cultuali che abbiamo visitato, i pellegrini intonano un canto, la cosiddetta Orazione di San Donato, dove si narra la vita del santo, mentre fino a qualche decennio orsono veniva praticato il rito dell’incubatio, cioè dormire nel Santuario il giorno prima della festa, come se lo strofinamento con il pavimento potesse avvicinare i pellegrini alla potenza del patronato di San Donato. In una novena che si canta da sempre a Castel di Ieri (AQ), dove il culto è molto sentito, si fa esplicito riferimento all’epilessia: «…gli epilettici cadenti, chi ha le membra ognor tremanti, gli apoplettici spiranti, il gran santo libero, chi dall’asma il mal risente, chi da tisi è emaciato, chi da febbre è consumato, egli solo risanò…». Come abbiamo visto, il culto di San Donato si inserisce nella sfera e nell’attenzione di un complesso cerimoniale magico religioso terapeutico dove la psiche e le malattie mentali spesso si incrociano e si sovrappongono, dove il subalterno nell’accezione antropologica ancora si rivolge per la guarigione.
SCHEDA
Qui di seguito si danno riferimenti bibliografici inerenti solo al culto di San Donato nella tradizione popolare, tralasciando le malattie mentali ed il disordine psichico, che avrebbero bisogno di altre analisi e segnalazioni.
Sul culto in Abruzzo e Molise da segnalare :
E. Giancristofaro “Il male sacro in Abruzzo. Appunti per una indagine socio-culturale sull’epilessia nella tradizione popolare abruzzese”. In Rivista abruzzese, 1967 n° 20
Ibidem : Totemajje – viaggio nella cultura popolare abruzzese- pref. di A. M. Di Nola, Rocco Carabba, 1978
Ibidem : “ Tradizioni popolari d’Abruzzo” pref. A. Di Nola Newton Compton, 1995
Fondamentali ci sono apparsi i lavori di ricerca di Guglielmo Lutzenkirchen:
ibidem : e A. Zanatta “L’epilessia nelle tradizioni popolari dialcune aree dell’Italia centro meridionale” in Medicina nei secoli, n° 14, 1977
ibidem : “Il male di San Donato” in AA. VV. Il mal di Luna, Newton Compton 1981
ibidem : “Il culto di San Donato di Arezzo nell’Italia centro meridionale” in Atti e Memorie della Accademia Petrarca di Lettere, Arti e Scienze, vol. LII, 1990
F. Cercone “Il culto di San Donato nella Valle Peligna” in Rivista Abruzzese, anno XXXV 1982, n° 1
Interessanti e fondamentali ci paiono le seguenti riviste soprattutto legate al mondo magico religioso della cultura popolare: vedasi le annate della Rivista Abruzzese e della rivista Lares.