Appena 48 ore dopo la decisione del premier Antonis Samaras di anticipare il voto per il nuovo presidente della repubblica, tutte le forze politiche si preparano per le elezioni anticipate nel caso che la candidatura di Stavros Dimas non dovesse raccogliere i 180 voti necessari per essere eletto alla terza votazione programmata per il 29 dicembre. Ieri é stata una giornata di accuse reciproche tra il governo e l’ opposizione con i ministri a minacciare che nel caso di una vittoria del Syriza, «il paese rischia il default» eed esponentidella sinistra radicale ad accusare Samaras do «manipolare i risultati della votazione per le elezioni presidenziali». A favore di Dimas si é espresso ieri anche il portavoce della commissione europea, Annika Breidthardt, provocando la reazione immediata di tutti i partiti dell’ opposizione.

Nel mirino dei due partiti al potere, Nea Dimokratia e Pasok, tutti i dissidenti. Tenendo conto che la maggioranza governativa non é sufficiente per garantire l’ elezione del candidato presidente della repubblica (ne ha soli 154 su 300), i 24 parlamentari indipendenti provenienti da tutte le forze politiche, trnsfughi o radiati negli ultimi due anni, sono una buona riserva. Se poi si aggiungerà qualche deputato «dissidente» dall’ area dell’ opposizione, il governo potrebbe raccogliere i 180 voti necessari. Da notare che poche settimane fa tutti i partiti dell’ opposizione, dal Partito comunista di Grecia fino ad Alba Dorata, hanno deciso di votare contro il nuovo candidato, a prescindere del nome.

«Chi voterá per il nuovo presidente (della repubblica) voterá per prolungare la drammatica politica di rigore che ha portato la disoccupazione al 26%» ha sottolineato il leader del Syriza. Per i conservatori e i socialisti, invece, «il voto del nuovo presidente diventerá un’occasione per proseguire col piano di salvataggio del paese oppure impedire l’ ascesa di un governo di Syriza che porterá la Grecia al caos». I due partners del governo accusano Alexis Tsipras perché «cerca di violare la coscienza libera dei parlamentari», dimenticando come proprio loro, la Nea Dimokratia e il Pasok, si sono comportati nei confronti dei deputati che in passato non si sono allineati alla volontá dei gruppi dirigenti. La maggioranza, infatti, dei 24 parlamentari indipendenti provengono dall’area politica dei due partiti del potere e sono stati cacciati perché hanno votato contro gli accordi capestro con i creditori internazionali.

E proprio loro (almeno 16) che ieri in varie interviste ai media locali hanno dichiarato che nemmeno ora sono disposti a votare per il candidato presidente della repubblica proposto da Samaras. I conti, quindi, non tornano per il governo di coalizione. E il clima di tensione cresce per le rivelazioni di deputati dell’ opposizione che raccontano di offerte di …«qualche milione di euro» per votare a favore del candidato presidente. La giustizia giá sta indagando su queste denunce, mentre é ancora in corso un’ inchiesta ordinata dalla procura dell’ Arios Pagos, il tribunale supremo ellenico, per verificare la fondatezza di un servizio pubblicato su un quotidiano di Atene, poi riprodotto dal portavoce del Syriza, secondo il quale esiste «una cassa di risparmio segreta per la raccolta di denaro da parte di amici del governo allo scopo di corrompere alcuni deputati e convincerli a votare a favore dell’ elezione del nuovo capo dello Stato per evitare in questo modo il ricorso anticipato alle urne».

Non é da escludere poi che Stavros Dimas si dimetterá dalla candidatura, nel caso che non riuscisse ad avvicinare i 180 voti nelle prime due votazioni, per dare il suo posto ad una personalitá sicuramente piú vicina al Syriza nel tentativo da parte del governo di «rubare» voti dalla sinistra. Intanto da ieri ad Atene una squadra di tecnocrati della troika (Fmi, Ue, Bce) sta lavorando sul problema del buco nel bilancio del 2015. Che, secondo loro, supererebbe i 2 miliardi di euro, mentre, a sentire il ministro delle finanze greco «non sarebbe superiore ai 980 miliardi di euro». Al vaglio degli esperti anche la questione dell’ aumento delle aliquote Iva e la regolamentazione dei mutui e dei prestiti in rosso.

Una buona notizia, invece, é giunta dal parlamento, dove il ministro della giustizia ha approvato, dopo lunghissime trattattive con le altre forze politiche, un decreto di legge che permetterá a Nikos Romanos, il giovane detenuto anarchico in sciopero della fame da 31 giorni, di seguire l’universitá. Romanos, che sta scontando 15 anni di carcere per rapina a mano armata, aveva chiesto di ottenere il permesso di seguire i corsi universitari, come viene previsto dalla legge, ma questo permesso non gli é stato accordato.

Durante gli ultimi giorni decine di facoltá erano state occupate in segno di solidarietá a Nikos, mentre tutti i partiti dell’ opposizione e, alla fine, anche il Pasok e lo stesso presidente della repubblica, Karolos Papoulias, sono intervenuti su Samaras e il ministro della giustizia, intrasigenti sino ad ieri, per salvare la vita del giovane anarchico. Ieri pomeriggio, Nikos, appena la notizia é giunta all’ ospedale Gennimatas dove viene ricoverato, ha concluso il suo sciopero della fame.