Su una cosa Matteo Salvini non ha dubbi. Al contrario di quanto sarebbe accaduto con il caso Diciotti, dietro la scomparsa da Roma della figlia diciassettenne dell’ex ambasciatore nordcoreano Jo Song-gil (svanito anche lui nel nulla a novembre insieme alla moglie) non c’è nessuna responsabilità comune del governo. «Chiedetelo al ministero degli Esteri, è una questione di ambasciate. Io non ne sapevo nulla, non c’entro nulla», ha risposto ieri il ministro degli Interni a chi gli chiedeva conto di come sia possibile che una ragazza minorenne venga portata via dall’Italia senza che nessuno, né servizi segreti (che pure sarebbero in contatto con il padre), né altri se ne accorgessero. Salvini scarica tutto sul collega degli Esteri Enzo Moavero Milanesi: «Se c’è una ragazza che è voluta tornare dai nonni nel suo paese – ha detto – ha preso un aereo di linea arrivando tranquillamente in aeroporto, superando i controlli di polizia e facendo il check in senza dire nulla, cosa c’entra il ministro dell’Interno?». Dunque «è un problema di rapporto tra ambasciate» e la questione va posta al ministro degli Esteri. «Io vado a riferire su quello che è di mia competenza e di mia conoscenza – ha concluso Salvini – Qui non ne sapevo un accidente e non c’entravo un accidente. Cosa vado a riferire?».

Mercoledì diversi parlamentari hanno chiesto al governo gialloverde di presentarsi in aula per spiegare quanto accaduto alla giovane nordcoreana. Secondo alcuni esperti la ragazza potrebbe essere stata «sacrificata» dai genitori, che al momento della fuga potrebbero aver deciso di lasciarla indietro. Ma è anche possibile che la ragazza fosse tenuta sotto controllo da funzionari dell’ambasciata e impossibilitata a muoversi liberamente. La Farnesina afferma di aver ricevuto il 5 dicembre una comunicazione dell’ambasciata di Pyongyang nella quale si avvertiva che la ragazza aveva chiesto di rientrare in patria dove si troverebbero i nonni. E un filmato delle telecamere di Fiumicino la mostra mentre attraversa a la sala vip e si dirige verso l’imbarco. «E’ disgustoso lo scaricabarile tra i ministri del governo gialloverde», ha detto il deputato di LeU Erasmo Palazzotto. «La vicenda coinvolge gli Esteri, l’Interno ma anche la Presidenza del Consiglio che ha la delega ai servizi segreti».