Il Consiglio di amministrazione della Stretto di Messina, società per azioni costituita ormai 43 anni fa e concessionaria della progettazione del Ponte, ritorna in grande spolvero grazie al ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini, dopo anni di inabissamento. Ieri ha approvato la relazione del progettista di aggiornamento al Progetto definitivo del 2011 della grande opera per eccellenza. La relazione sostiene che il Ponte sarà lungo 3,3 chilometri e sarà progettato per durare 200 anni. Si garantiscono tempi medi di attraversamento «di circa 15 minuti» per i servizi ferroviari da Villa San Giovanni a Messina, rispetto agli attuali 120 minuti per i treni passeggeri e almeno 180 minuti per i treni merci, e di «circa 10/13 minuti su gomma» rispetto agli attuali 70 minuti per le auto e 100 minuti per i mezzi merci. Sul fronte occupazionale, sostiene il documento, per tutta la durata del cantiere si avrebbe un impatto occupazionale di circa 30.000 lavoratori all’anno più un indotto di 90.000. Numeri e dati che ambientalisti, comitati locali No Ponte e opposizioni contestano.

Adesso comincia l’iter ministeriale che si concluderà con l’approvazione del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile, che dovrebbe arrivare a giugno. La speranza dei fautori dell’opera è che entro la prossima estate comincino alcuni lavori preliminari e l’anno successivo quelli del Ponte vero e proprio. La stima, ottimista secondo molti, è che da lì a sette anni sarà aperto al traffico automobilistico e ferroviario. Il dubbio maggiore pende sui costi, che non devono lievitare oltre il 50% di quelli previsti dalla gara iniziale pena l’annullamento di tutto l’iter con l’avvio di una nuova procedura. Nel Def 2023 il costo era stimato in 14,6 miliardi di euro, quasi un punto di Pil.

Dunque, Salvini esulta e arrivano le critiche. Il Wwf ricorda che il governo ha bloccato fino al 2032 ingenti risorse «senza avere stime credibili sull’entità dei costi finali dell’opera, sulla sua redditività dal punto di vista economico-finanziario, sulle pesantissime ricadute sull’ambiente e il territorio, come ha avuto modo di rilevare la Corte dei conti». Per finanziare con 11,6 miliardi di euro il Ponte, l’esecutivo è intervenuto sui Fondi per lo sviluppo e la coesione di Sicilia e Calabria, dirottando sul progetto 1,6 miliardi di euro destinati ad altri investimenti prioritari. «Il governo si è anche riservato nella legge di bilancio di andare alla ricerca nel tempo di ‘ulteriori risorse e coperture per la realizzazione dell’opera’ – prosegue l’associazione ambientalista – Questo dimostra come non abbia idea di quanto i costi potranno lievitare in futuro».

Tre giorni fa, Pd e Alleanza Verdi Sinistra avevano annunciato di aver presentato un esposto alla procura sulla poca trasparenza che circonda il Ponte e il suo iter. «Il contratto di affidamento a Stretto di Messina Spa è stato firmato il 29 settembre – ricorda il portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli – E la relazione di aggiornamento e stata consegnata il giorno successivo, il 30 settembre. Ciò implica che il lavoro sia stato completato in un solo giorno. Tuttavia, anziché rispettare i trenta giorni previsti per l’approvazione, sono trascorsi quattro mesi e mezzo, sollevando dubbi sulla completezza della relazione stessa. È evidente che il consiglio di amministrazione della società Stretto di Messina ha protratto questa fase per oltre 130 giorni senza raggiungere un accordo di approvazione. Abbiamo richiesto accesso ai contenuti, ma tale richiesta è stata negata. Attendiamo di esaminare i documenti per una valutazione approfondita, inclusa un’analisi costi-benefici che evidenzi l’impatto positivo del progetto. L’aggiornamento al progetto definitivo segna l’apertura del dibattito pubblico». Dal M5S la capogruppo in commissione trasporti alla Camera Gabriella Di Girolamo fa notare la freddezza dei meloniani: «Al giubilo di Lega e Forza Italia faccia da contraltare il silenzio tombale di Fratelli d’Italia».