Poltrone vuote e parole pesanti. L’estrema destra della coppia Matteo Salvini-Marine Le Pen non si fa vedere in aula, snobba fisicamente Jean-Claude Juncker, ma poi, quando il presidente della Commissione è ancora in plenaria a presentare il suo primo anno a capo dell’esecutivo comunitario, lo bersaglia di critiche pesantissime. «Discorso pessimo in un Parlamento che gronda sangue ed ipocrisia», attacca il segretario del Carroccio. «Dire che i rifugiati possono lavorare è sputare in faccia ai disoccupati francesi ed europei», l’eco del leader del Front National. Mentre i due parlano in conferenza stampa, in aula i banchi del nuovo gruppo Europa delle Nazioni e della Libertà sono praticamente tutti deserti. Tra i pochissimi presenti il leghista Gianluca Bonanno, habituè dei colpi a effetto. Non si smentisce: cala una maschera di Angela Merkel e scende fino al pulpito di Juncker per salutarlo. «Così è più carino», lo apostrofa il lussemburghese, per nulla turbato, «l’unione rimane unione anche nella diversità».