Il commissario lui lo ha già fatto. Quando il Pd accomodò alla porta Ignazio Marino, la capitale fu accompagnata al voto anticipato da questo prefetto, palermitano all’anagrafe, ma crotonese di Petilia Policastro di origine.

Francesco Paolo Tronca, già commissario prefettizio di Roma e prefetto di Milano, ha messo la freccia. Ha superato l’ex colonnello delle Fiamme Gialle, Federico D’Andrea. La direzione è Catanzaro, la sede quella vacante del commissario ad acta della sanità regionale. È lui il quarto uomo che potrebbe finalmente concludere questo sceneggiato a puntate. In una trattoria nei pressi del Teatro Marcello, Tronca è andato a pranzo ieri con il vice ministro della Sanità, Pierpaolo Sileri. Un uomo delle istituzioni, dal pugno di ferro ma con forti capacità di medazione. È il profilo giusto, pensano dalle parti di Palazzo Chigi.

La scelta di Tronca è stata valutata anche in base ad altri aspetti. Come la sua predisposizione alla gestione manageriale. Perché in Calabria serve rimettere in sesto le finanze di un settore determinante soprattutto nel momento in cui la pandemia ha ingolfato il sistema ospedaliero dopo anni di cattiva gestione e commissariamenti non incisivi.

La nomina arriverà nelle prossime ore, ma l’impressione è che manchino pochi dettagli. La data cerchiata in rosso come deadline è il 23 novembre. A Catanzaro si riunirà la Conferenza Stato Regioni, in una seduta dedicata a Jole Santelli. A quell’incontro il commissario dovrà già esser stato indicato ed essere nel pieno esercizio delle funzioni. I presidenti di regione e il ministro agli Affari Regionali, Francesco Boccia, però quel giorno non saranno soli.

I comitati per la sanità pubblica sono già pronti ad invadere il piazzale della Cittadella regionale. «Non tolleriamo e non accettiamo momenti autocelebrativi e parole vuote e buone per ogni occasione. I calabresi e le calabresi meritano risposte e rispetto. Diciotto ospedali chiusi. Otto mesi senza Piano Covid.Tre commissari in dieci giorni.Due milioni di vite in pericolo.

Questo è lo spettacolo a cui stiamo assitendo in queste settimane.Nessuna sfilata ma un sistema sanitario pubblico efficiente ed accessibile a tutti e tutte e un reddito dignitoso per coloro che sono colpiti dalla crisi. Ci vediamo lunedì, dalle 11 in poi, a Catanzaro, nel piazzale della Cittadella» rimarca il portavoce Ferdinando Gentile.

L’unico argine a una sanità depredata e umiliata è, dunque, il protagonismo dei movimenti. Questa regione derisa e messa sotto i tacchi da troppi squallidi personaggi sta ritrovando nello spontaneismo della mobilitazione la sua dignità. L’occupazione di ospedali smantellati, (come quello di Cariati ieri), il frastuono dei clacson che ha invaso le strade di decine di comuni, i tanti sit-in davanti ai presidi e ambulatori è la miglior risposta. A chi crede che la Calabria sia solo territorio di conquista di ‘ndrine, massoneria e malapolitica.