Sono 21 su 27 i paesi dell’Unione ad adottare già un salario minimo legale. L’Italia, insieme all’Austria, Cipro, Danimarca, Finlandia e Svezia, è tra i sei stati in cui ancora non esiste una misura universale e dove vige invece la contrattazione collettiva di settore, un modello che lascia però fuori i contratti atipici.

I dati sul salario minimo dei diversi paesi dell’Unione sono pubblicati da Eurostat a cadenza biennale e calcolano l’importo lordo mensile minimo stabilito per legge. L’ultima rilevazione risale allo scorso luglio e mostra un consistente divario tra il paese con il salario minimo più basso, la Bulgaria con 312 euro, e quello più alto, percepito in Lussemburgo, che ammonta a 6.63 volte tanto, 2142 euro.

In tutti e 21 paesi che adottano il minimo salariale si può rilevare un lieve incremento della soglia rispetto all’anno precedente, tranne che in Grecia e Lettonia, dove l’importo non ha subito variazioni. Olanda, Irlanda, Belgio, Germania e Francia si collocano, in quest’ordine, subito dopo il Lussemburgo con un salario che varia tra 1636 e 1539 euro.

Segue, dopo uno scalino più ampio, la Spagna con 1,108 euro. La media europea si attesta invece sui 934 euro ma sono 14 su 21 gli stati che si collocano al di sotto di questa cifra. Il salario minimo è adottato anche in Gran Bretagna, dove ammonta attualmente a 1583 euro lordi, e nei paesi candidati all’ingresso in Ue (Albania, Montenegro, Nord Macedonia, Serbia e Turchia). In questo ultimo gruppo l’intervallo va dal più basso, quota 209 euro in Albania, al più alto di 383 euro in Turchia.

Oltre al salario minimo assoluto c’è un altro indicatore, il PPPs (Purchasing Power Parities) che indica il valore del salario minimo armonizzato con l’entità della pressione fiscale e il paniere dei consumi. Le differenze tra gli stati tuttavia rimangono più o meno le stesse, anche se osservate da questa lente. Calcolando il salario minimo sulla base del potere di acquisto reale infatti vediamo all’ultimo posto nella classifica Ue la Lettonia (al penultimo nella classifica del valore assoluto) e al primo sempre il Lussemburgo.

Interessante è anche osservare per ogni stato la percentuale di lavoratori che percepiscono il salario minimo. Le ultime rilevazioni statistiche a livello europeo risalgono al 2014 e mostrano come in 10 paesi (Slovenia, Romania, Portogallo, Polonia, Bulgaria, Francia, Lituania, Lettonia, Croazia e Grecia) la percentuale dei lavoratori il cui salario si attesta sul valore minimo stabilito per legge supera il 7%.