Dopo oltre dieci anni è stato firmato martedì notte il nuovo contratto dei medici del Servizio sanitario nazionale. A beneficiarne saranno in 130mila. La Fp Cgil ha commentato: «Nonostante le poche risorse abbiamo aumentato le buste paga, valorizzato i giovani, premiato le carriere, aumentato la quota pensionabile e retribuito il disagio di chi lavora la notte». Il rinnovo, relativo al triennio 2016-2018, prevede 200 euro lordi di aumento medio mensile, ma i punti salienti sono almeno sette.

Medici e dirigenti con più di 5 anni di anzianità avranno la certezza di avere un incarico retribuito, inclusi coloro che hanno lavorato a tempo determinato, con o senza soluzione di continuità. I medici con più di 5 anni di anzianità avranno un aumento di 2mila euro sulla retribuzione di posizione. Stop alle aziende che non riconoscono le carriere, inoltre aumenta la parte fissa di tutte le posizioni gestionali e professionali, aumenta anche la quota relativa alla pensione.

Un punto importante: i neoassunti avranno diritto a una retribuzione fissa di posizione di 1.500 euro. Ugualmente importante, cambiano i criteri per la carriera: la progressione non ci sarà più solo per chi sceglie l’ambito gestionale ma anche per le professionalità d’eccellenza attraverso una selezione sulla base della casistica professionale, della capacità di utilizzo delle tecnologie e del curriculum.

«Sarà anche uno strumento per ridurre la fuga verso l’estero», spiega il sindacato Anaao. Infine, l’indennità di guardia notturna sale a 100 euro per notte, 120 euro in pronto soccorso. Dopo i 62 anni si potrà essere esonerati.

Viene, infine, istituito un organismo paritetico per le condizioni di lavoro, a partire dall’emergenza aggressioni. Il segretario della Cgil, Maurizio Landini, commenta: «Chiediamo al governo un Sistema sanitario davvero pubblico e universale con un adeguato finanziamento e l’abolizione dei super ticket».