Sui diritti dei minori figli di famiglie omosessuali, negati dalla circolare delle prefetture e dal voto di due giorni fa in Senato, si salda un fronte che va dalle associazioni a Elly Schlein fino al sindaco di Milano Beppe Sala e i 5 Stelle.

«Noi aderiamo – dice Schlein parlando della manifestazione organizzata per sabato – Sarò anch’io a Milano, abbiamo ricevuto un invito e mi sono sentita di rispondere positivamente. Ci saremo contro questo attacco molto duro ai diritti dei bambini e delle bambine in particolare delle famiglie omogenitoriali. Ciò deriva dalla scelta scellerata di questa maggioranza di tentare di affossare un regolamento europeo che tratta dei diritti transfrontalieri al riconoscimento della filiazione. La non discriminazione si pone e in linea con giurisprudenza delle corti europee e non incide sulla competenza nazionale, sul diritto di famiglia. Non si capisce motivo per cui questa destra ce l’abbia così tanto con i bambine e le bambine».

Prima di Schlein, Sala aveva richiamato la sinistra a portare avanti una legge nazionale che colmi il vuoto legislativo a cui hanno sopperito fino ad ora i sindaci. «Credo che sia giusto far sentire la voce e manifestare – sostiene Sala – È diventato ormai un problema politico. Vorrei che il parlamento e in particolare la nostra parte politica si esponesse». Dopo lo stop alle trascrizioni le associazioni Lgbtq+, l’Arcigay, l’associazione delle Famiglie Arcobaleno e I Sentinelli avevano indetto la manifestazione «Giù le mani dai nostri figli e dalle nostre figlie». Sala non sarà in piazza, ma parteciperà alla conferenza stampa di domani per spiegare le ragioni della protesta.
Dopo la circolare della prefettura sono otto le trascrizioni di bimbi di coppie di genitori dello stesso sesso che il Comune non potrà effettuare e che sono rimaste in sospeso. Inoltre la procura ha impugnato quattro casi di registrazione di figli di due donne nati all’estero, casi che «fino a due giorni fa sembravano salvaguardati – ha spiegato Sala – e quindi la cosa mi preoccupa. Per questo abbiamo deciso di interrompere: non per un problema di coraggio politico, che non ci manca, ma per non dare illusioni alla famiglie». Interviene anche il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo: «È un’ingiustizia, le bambine e bambini vengono lasciati in un limbo giuridico davvero intollerabile».

A Beppe Sala e agli altri sindaci italiani l’associazione Luca Coscioni chiede di andare avanti con le trascrizioni dei figli delle famiglie arcobaleno è stata. Secondo l’associazione, la circolare del ministero dell’Interno non è un atto giuridicamente vincolante. Il Movimento 5 Stelle intanto ha presentato alla Camera un testo: «Chiediamo al parlamento di avere coraggio- dice Chiara Appendino – Lo stesso che ha avuto la città di Torino quando sotto la mia amministrazione, fu la prima a riconoscere i diritti dei figli delle famiglie arcobaleno».