Un paesaggio che, visto dall’alto, è «il più austero, il più povero del mondo». Un luogo piatto e desolato, immemore e vuoto, ovvero il punto in cui due grandi fiumi, il Paranà e l’Uruguay, confluiscono a formare l’immenso estuario del Río de la Plata, che nel 1729 il gesuita Gaetano Cattaneo descrisse così: «E quando si va verso il mezzo, si perde di vista la spiaggia, né altro si vede all’intorno che cielo ed acqua a guisa di un vastissimo mare». A questo universo acquatico e ai piatti territori che lo circondano è dedicato Il fiume senza sponde Trattato immaginario...