Sono cominciate ieri mattina le elezioni delle Rsa nello stabilimento Fiat Chrysler di Pomigliano d’Arco e al polo logistico di Nola, le urne rimarranno aperte fino a domani: i lavoratori, per la prima volta dal 2010, potranno scegliere i propri rappresentanti sindacali ma solo tra quelli proposti da Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Associazione capi e quadri. Esclusi dal voto la Fiom e i sindacati di base per non aver siglato il contratto Fca. I metalmeccanici della Cgil potranno comunque eleggere le proprie Rsa tramite una votazione interna. La differenza è che per loro l’attività deve essere compressa in otto ore al mese mentre per le altre organizzazioni sembrano non esserci limiti, tanto che in fabbrica in molti raccontano che c’è persino chi fa attività esterna pagata dai lavoratori Fca.

Che ci sia qualcosa di poco chiaro nella dinamica tra i sindacati firmatari e l’azienda lo sostengono anche il Comitato di lotta cassintegrati e licenziati Fiat e il Si Cobas di Napoli: ieri mattina hanno depositato un esposto al tribunale di Nola per chiedere di far luce su un sospetto voto di scambio, in occasione delle elezioni delle Rsa. «Gli istanti – si legge nel documento – sono venuti a conoscenza che circa una quarantina di operai, già facenti parte del Polo Logistico di Nola, sono stati contattati da tale Andrea Allocca da Somma Vesuviana, delegato sindacale della Fim-Cisl, il quale avrebbe loro promesso l’assunzione in azienda a condizione che si fossero preventivamente iscritti alla suindicata organizzazione sindacale. Certa cosa è che tutti gli operai che si sono iscritti, e/o contattati alla predetta organizzazione sindacale sono sistematicamente riassunti».

A Nola vennero spostati in 310, dopo sei anni ininterrotti di cassa integrazione, Fca ha attivato 60 postazioni, secondo i ricorrenti circa in 40 sarebbero stati riassorbiti grazie alla Fim. «I sindacati firmatari – scrivono i rappresentanti del Comitato e di Si in un comunicato – riescono a estorcere agli operai un consenso che altrimenti sarebbe venuto meno da tempo, visti i ritmi di lavoro forsennati, minacce di licenziamento e intimidazioni a chi non si piega ai diktat dell’azienda, l’esclusione per decreto di tutte le sigle sindacali che si oppongono al piano Marchionne (persino alla Fiom è stato impedito di partecipare al rinnovo delle rappresentanze) e lo scandalo delle migliaia di cassintegrati in attesa di un reintegro promesso da tempo immemore».

Le tute blu della Cgil denunciano la gestione del contratto di solidarietà, varato da un anno, utilizzato come un’arma di ricatto messa in mano alle sigle firmatarie: «Sulle linee è partita massiccia la campagna elettorale che si gioca a colpi di promesse per andare in trasferta a Melfi e moduli per le assunzioni sempre nello stabilimento lucano – spiega Ciro D’Alessio, delegato Fiom a Pomigliano -. Promesse di rotazioni più frequenti, permessi malattia, persino i regali di Natale per i figli dei dipendenti sono diventati merce di scambio. Quando riusciamo a convocare un’assemblea siamo costretti ad assistere al teatrino dei delegati sindacali e di figure aziendali in presidio fuori ai reparti, capi e team leader in giro per le linee a consigliare ai lavoratori di non andare all’assemblea della Fiom. Abbiamo persino subito la perquisizione degli zaini».