Fumettista, designer cinematografico e anche brevemente regista e sceneggiatore, Ron Cobb – scomparso lunedì a 83 anni – ha contribuito con le sue creazioni e i suoi input a plasmare l’immaginario fantascientifico fra gli anni 70 e i 90. Ha infatti preso parte alla realizzazione di alcuni oggetti, personaggi e ambientazioni fra i più memorabili di quegli anni, dalla navicella Nostromo di Alien alle creature che nel primo Guerre Stellari popolano il bar di Mos Eisley – dove Luke Skywalker incontra per la prima volta Han Solo – passando per il production design di True Lies di David Cameron e Total Recall di Paul Verhoeven.

NATO a Los Angeles nel 1937, aveva esordito appena diciassettenne come intercalatore per le animazioni Disney, e negli anni 60 si era affermato come vignettista «underground» per tanti quotidiani americani e australiani, disegnando nel 1975 anche la copertina di un album dei Jefferson Airplane: After Bathing at Baxter’s. Al cinema ha lavorato – tra i tanti – con Robert Zemeckis, Ridley Scott, George Lucas, John Carpenter – per il suo film di debutto del 1974 Dark Star – e John Milius, per il quale è stato production designer di Conan il barbaro nel 1982. Fu proprio sul set di quel film che conobbe Steven Spielberg, che girava lì vicino e che gli affidò la regia di un suo prossimo progetto, Night Skies, che Cobb non realizzò mai ma al quale fornì l’immagine di partenza – un alieno abbandonato sulla terra – dalla quale sarebbe poi nato E.T.

POCHI ANNI dopo diede forma al concetto di base che sarebbe diventato la DeLorean di Doc Brown in Ritorno al futuro: «Mi è sempre piaciuto mischiare la tecnologia con qualcosa che sarebbe più credibile in un film», aveva raccontato a proposito del primo capitolo della trilogia di Zemeckis. «Ero partito dal presupposto che Doc Brown stesse costruendo questa macchina del tempo nel suo garage e, dato che non aveva un grosso finanziatore per il suo progetto, molte parti venivano da un ferramenta». Un mix fra tecnologia di lusso e mezzi di fortuna che ha dato alla macchina del tempo i suoi tratti più indimenticabili.

Nel 1992 girò il suo primo e ultimo film: la commedia Garbo, storia di un netturbino australiano ammiratore di Greta Garbo.